Vecchi e malati. Pare sia questo il biglietto da visita di Piacenza agli occhi del resto del Paese stando alle recenti classifiche pubblicate sui quotidiani nazionali e commentate in tv, sempre a livello nazionale. Il Sole 24 Ore oggi in edicola ci dice che siamo decimi in Italia per numero di pensioni di anzianità erogate dall’Inps e undicesimi se si considera la densità di pensionati. In regione solo Ferrara ne ha di più. A Piacenza il 36,3% dei cittadini percepisce un assegno previdenziale. In pratica oltre 36 piacentini su cento. Sono davvero molti, ma del resto si sapeva: il numero di nascite si sta drammaticamente assottigliando e lo spaccato demografico piacentino (come del resto d’Italia e, più in generale, d’Europa) sta evidenziando un invecchiamento impressionante della società. Con tutte le ricadute del caso: l’equazione del sistema pensionistico che rischia di saltare in aria, il potenziale produttivo del sistema economico che si indebolisce e via dicendo. I pochi nati che riempiono le statistiche sono stranieri. E questo è un altro tema al fulmicotone.
Ma c’è anche un’atra classifica nella quale la cittadina emiliana, 100mila abitanti, spicca su tutte le altre; ed è la classifica dei dipendenti pubblici assenti per malattia: Piacenza è terza in Italia per aumento di impiegati “cagionevoli”. Medaglia di bronzo, dunque, alle spalle di Benevento e Salerno, province del sud. Secondo i dati elaborati da Cgia Mestre per Domenica Live, la trasmissione di approfondimento condotta da Barbara D’Urso su Canale5 andata in onda ieri, l’assenteismo per malattia nel pubblico impiego è cresciuto a Piacenza del 17,8%. In salute stanno peggio solo a Benevento con il 27,5% dell’aumento di malati e a Salerno con il 20,6%.