Alla natura laica del dibattito sulle unioni civili, “Le Sentinelle in piedi” hanno deciso questo pomeriggio in Piazza Cavalli, di contrapporre ancora una volta l’arma del silenzio. Un silenzio capace – per usare le parole della portavoce Giovanna Turchio – “di scuotere più di ogni parola gli spiriti assuefatti“. Nella battaglia contro il ddl Cirinnà, presenti oggi erano una sessantina di persone schierate nella consueta formazione, libri alla mano e in rigoroso silenzio, per portare il loro sostegno alla sacralità della famiglia naturale che non può essere oggetto di negoziazione. Come non lo può essere il diritto dei figli, impossibilitati a difendere la stessa causa. Può sembrare paradossale, ma nonostante la bassa rappresentanza giovanile – se comparata all’altra manifestazione – è proprio sui diritti dei più giovani che le Sentinelle fanno leva, accusando il disegno di legge Cirinnà di interpretare una visione adultocentrica della società, che ignora il diritto dei minori di avere un padre e una madre naturale, e scambia desideri per diritti. Nell’occhio del ciclone, è ancora una volta la norma sulla stepchild adoption, che non piace da ambo le parti ma per i motivi opposti. Da una lato, perché continuerebbe a mantenere una discriminazione nei confronti delle coppie omosessuali, non contemplando la possibilità di adozione diretta, dall’altra – ed è questa la posizione delle Sentinelle – perché rappresenta il punto di partenza per il sovvertimento della famiglia naturale. “Vogliamo dar voce a chi voce non ha difendendo il diritto del minore si crescere con entrambe le figure genitoriali perché il bambino non deve essere solo oggetto di desiderio – spiega la portavoce Turchio – ma non per questo siamo additabili di omofobia. Il grande inganno che queste leggi, unitamente ai media, alimentano è proprio la presunta contrapposizione tra eterosessuali e omosessuali, a cui noi ci opponiamo nel rifiuto di ridurre le persone alla loro identità sessuale. Siamo del tutto contrari alla pretesa di diritti declinati a seconda del genere sessuale e per questo ci opponiamo all’ideologia gender e alla possibilità che venga insegnata nelle scuole. Diciamo invece sì al diritto di un bambino ad avere una mamma e un papà e sì a uno Stato che non neghi ma promuova la natura complementare di uomo e donna. Torniamo alla tradizione che ci ha resi grandi riscoprendo la verità dell’uomo. Con il nostro silenzio combattiamo il potere delle menzogne”.
Un silenzio, a onor di cronaca, interrotto però dall’arrivo in Piazza Cavalli di un gruppo di manifestanti favorevoli alle unioni civili che hanno di fatto accerchiato le “Sentinelle”, inducendo le forze dell’ordine a formare un cordone di sicurezza. Una provocazione che fortunatamente non è sfociata in ulteriori tensioni, ma che ha animato coloriti dibattiti tra i rappresentanti delle rispettive fazioni, disturbando il regolare svolgimento della manifestazione. Al termine della quale una cosa resta chiara: tra due verità così lontane, un punto di compromesso non è raggiungibile. Né dscutendone, né stando zitti.