Sequestrato e poi rilasciato in Messico, nella temibile zona del Chiapas. Ora sta bene e la sua condizione di salute, così come il possibile rientro sono monitorati passo dopo passo dall’Ambasciata italiana. Ma è stata davvero una brutta avventura quella vissuta a Lorenzo Pronti, 30enne piacentino che si trovava nel paese sudamericano per una vacanza di piacere.
Il giovane – che al momento non è possibile contattare – ha però scritto su Facebook un post per tranquillizzare parenti e amici: “Purtroppo non sempre fila tutto dritto e purtroppo a volte si finisce in situazioni in cui non ci si vorrebbe assolutamente trovare ma bisogna fare tesoro ugualmente di queste per la vita!! Dico a tutti che sto bene e risponderò a tutti appena rientro a Playa!! Il Chiapas resta nel cuore, nonostante mi sia trovato nel posto sbagliato, sul bus sbagliato, nel momento sbagliato!! Quando trovate per strada scritte come "aqui comanda el pueblo y el govierno se obediece" ricordate che non è solo uno slogan!”
Da quanto è stato possibile apprendere, infatti, il 30enne piacentino si sarebbe trovato a bordo di un bus per fare tappa in una nuova località del Messico quando, per circostanze ancora da chiarire, sarebbe stato fermato da un gruppo di guerriglieri che avrebbe sequestrato i passeggeri per alcune ore, per poi rilasciarli e dare fuoco al mezzo.
Fortunatamente, però, Lorenzo sembra non aver riportato conseguenze e adesso si attende che l’Ambasciata italiana concluda le procedure per poi saperne di più dalla sua viva voce. Il Chiapas, lo ricordiamo, è una delle zone più pericolose del paese, dove da anni si scontrano l’Ezln (Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale) – guidato fino a qualche tempo fa dal subcomandante Marcos – e l’esercito regolare messicano, per l’autonomia e i diritti degli indigeni.
Ma nonostante la pericolosità del luogo, le alture dello stato più a sud del Messico sono ancora meta di molti giovani – come forse Lorenzo – che cercano di conoscere da vicino, magari dopo averne letto per anni, una guerra che ha assunto connotati fortemente ideologici.
Infatti il 30enne, poco prima di essere sequestrato, scriveva sempre su Facebook: “E se è vero che "chi si ferma è perduto" io parto ora da Playa zaino in spalla per "ritrovarmi" sempre più: San Cristobal de las Casas, Guatemala, Puerto Escondido, Oaxaca, Puebla, Cuernavaca, Ciudad de Mexico. Andale amigo, andale!! Solo amore per il Messico!!”, queste le mete che si era prefissato.