“Addio a David Bowie, camaleonte alieno”

Qui di seguito pubblichiamo uno scritto in omaggio a David Bowie da parte del giornalista piacentino Andrea Dossena, noto esperto di musica.
 
La camaleontica bravura nel reinventarsi chissà quante volte. 
L’intuizione di mondi sonori ogni volta sorprendenti. 
La capacità di creare trend così come di piegarli a proprio vantaggio. 
L’indiscutibile bravura nel fondere sperimentazione e fruibilità e nel forgiare un numero vorticoso di hit. 
L'influenza su innumerevoli band e solisti di un genio assoluto.
La vorace curiosità artistica, intellettuale e personale per mondi in qualche caso stupefacenti e in qualche altro caso perfino spaventosi.
David Bowie, già.
Ogni songwriter e ogni vero fan della Musica (ma anche del cinema, della pittura, delle arti in senso lato), di qualsiasi genere essa sia, non ha mai potuto nè mai potrà ignorare la grandezza di un cangiante, curioso, spiazzante, provocatorio, “ribelle ribelle” e imprevedibile alieno che è stato ripreso (sì, troppo presto) dalle stesse entità superiori che ce lo hanno prestato per qualche decennio.
Vien da pensare che in fondo, nel suo ultimo album, ‘Blackstar’ – più che l’allusione all’arrivo di Nibiru intravista da qualcuno – fosse solo una metafora del taxi molto speciale chiamato per un ‘Lazarus’ che in questo momento, appena resuscitato, sta probabilmente già iniziando una nuova missione.