La prima edizione della Placentia Marathon for Unicef risale al 6 GENNAIO 1996 e, dato che l’aritmetica non è un’opinione, sono trascorsi 20 anni.
Le celebrazioni si svolgono il giorno della manifestazione ed avendo cambiato negli anni la data di svolgimento, il 6 gennaio diventa un anniversario buono solo per i ricordi.
Vogliamo però usarlo come spunto per ringraziare una componente fondamentale di ogni iniziativa sportiva – e quindi anche la nostra – che è costituita da tutti coloro che l’hanno raccontata in modo professionale, “per lavoro”. Con il pretesto di dare informazioni, ne hanno condiviso lo spirito e gli obbiettivi -noi lo sappiamo –
Possiamo definirli “i media”? parliamo dei giornali, delle riviste, delle televisioni, delle radio nelle loro versioni tradizionali ed oggi, sempre più, nelle loro versioni online. In ogni caso sono sempre le persone a fare la differenza e quindi i giornalisti, gli operatori, i fotografi ……ed il pensiero più vivo non può che essere per l’amico Prospero che ci ha seguito per 20 anni con i suoi “scatti” memorabili.
La prima “maratona non si scorda mai”
I giorni che precedettero la manifestazione sono legati alla scomparsa di Leonardo Garilli avvenuta il 30 dicembre 1995 e la conseguente realizzazione della camera ardente nella sede della sua società, il Piacenza Calcio FC.
Appena all’esterno della sede, all’interno dello Stadio (ora Garilli, ma allora denominato “Galleana”) era già iniziata la preparazione delle strutture di arrivo della maratona che terminava sul fotofinish della pista di atletica. Durante le giornate del 31 dicembre, dell’ 1 e del 2 gennaio, giorno del funerale, iniziò una “copiosa” nevicata culminata con le “ventiquattr’ore ininterrotte” tra il 5 e il 6 che coprirono la città con 50 cm di neve; in alcune zone del percorso, come Grazzano e Niviano, lo strato nevoso raggiunse i 70 cm.
L’evento divenne “unico” nel suo genere, tanto da essere denominato “ LA MARATONA BIANCA “. Il primo a raggiungere il traguardo fu Davide Milesi, del GS Forestale; concluse il percorso in 2.24. Milesi, atleta di sci di fondo, di certo trovò meno difficoltà a stabilizzare il passo e l’andatura; non fu così per gli altri 800 partenti, nonostante i 120 quintali di sale e due spalaneve alla testa della gara per aprire “il varco” necessario per permettere il passaggio degli atleti e di tutti i mezzi dell’organizzazione.
La prima atleta fu Giuseppina Cecco del G.S. FIAT che portò a termine la sua impresa in 3.03. Per le condizioni un tempo da record.
L’atleta africano Edderdouri, che arrivò a Piacenza il giorno precedente con uno sbalzo di temperatura di 30 gradi, appena giunto al traguardo (4° assoluto), venne ricoverato per 24 ore presso l’Ospedale di Piacenza con un principio di assideramento, per fortuna e per opera del nostro eccellente servizio sanitario, senza complicazioni
Chi ha partecipato a quella edizione, non la scorda più, per la soddisfazione che si prova quando si è riusciti a vincere la sfida che chiunque considererebbe impossibile.
Neanche tutti coloro che hanno contribuito a realizzare la manifestazione, riescono a dimenticarla, un po’ per la stessa soddisfazione degli atleti, un po’ per la fatica davvero difficilmente immaginabile.
In venti anni, sono tanti gli atleti e le persone che a diverso titolo hanno partecipato all’evento e che ci hanno lasciato: troppi per elencarli tutti. In quella prima edizione parteciparono due piacentini appassionati di corsa e di sport che a causa di tragici eventi sono scomparsi giovanissimi.
– Roberto Ferracuti, Vigile Urbano concluse la gara in 2.42.59 e arrivò primo dei piacentini e 9° assoluto.
-Silvano Ruffo, Ferroviere arrivò 10° assoluto e secondo tra i piacentini con un tempo di 2.43.33.
La prima edizione della maratona ha ufficializzato e portato alla ribalta il rapporto esistente tra Unicef e la Polizia di Stato a Piacenza. Grazie al presidente provinciale Unicef Gianni Cuminetti e al presidente onorario del GS Polizia di Stato Adamo Gulì, allora direttore della Scuola di Polizia e successivamente Questore di Piacenza, si era aperta una strada che è poi culminata in un protocollo d’intesa e collaborazione stipulato a livello nazionale.
Una strada non ancora interrotta e che cercheremo di percorrere insieme a tutti coloro che lo vorranno.
Nel frattempo sono cambiate tante cose e la manifestazione si è evoluta perseguendo l’obiettivo di coinvolgere sempre più la città nel suo insieme, sviluppando una gara agonistica di livello sempre nel segno della solidarietà.
L’8 maggio, l’ennesima sfida, la 21^ edizione