Scambio di rifiuti con Parma, Piacenza dice no. “Più costi e salute a rischio”

 Scambio di rifiuti tra Parma e Piacenza, da Palazzo Mercanti arriva un “no” netto indirizzato alla Regione. E’ contenuto in una mozione urgente, già depositata, a firma bipartisan (tranne il Movimento 5 Stelle). 
In pratica il muro viene eretto contro la decisione di far smaltire a Parma i rifiuti urbani piacentini e, per converso, far smaltire all’inceneritore di Borgoforte i rifiuti specialiassimilabili (non solo da Parma, ma facendone un polo emiliano di riferimento). 
Una prospettiva che sarebbe contenuta nel Piano regionale dei rifiuti, che oggi (venerdì 8 gennaio) dovrebbe essere licenziato dalla giunta presieduta da Stefano Bonaccini e nella quale è presente come assessore all’Ambiente la piacentina Paola Gazzolo. 

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La mozione è stata firmata dai consiglieri Daniel Negri (Pd), Tommaso Foti (FdI), Paolo Garetti (Sveglia), Guglielmo Zucconi (gruppo misto), Massimo Polledri (Lega Nord) e Roberto Colla Moderati). Mancano, invece, i “grillini” in calce al testo sarà discusso lunedì prossimo in consiglio comunale. 

“Costa soldi e salute” questo progetto, secondo i firmatari della mozione. Perché “destinare Borgoforte dal 2020 al solo smaltimento di rifiuti speciali” e gli altri urbani  che “verrebbero trasferiti per il trattamento al termovalorizzatore di Parma” significa un aumento di trasporto su gomma e quindi emissioni inquinanti (si stimano circa sette viaggi al giorno). 
Questo per quanto riguarda l’impatto ambientale. Sui costi, invece, i consiglieri hanno segnalato come “i piacentini pagano una tariffa rifiuti tra le più basse in Regione, visto che l’inceneritore è quasi totalmente ammortizzato, mentre con il conferimento a Parma si avrebbe un aggravio visto che ora il costo di smaltimento è di 120 euro, in futuro, però, potrebbe diventare di 154 euro, oltre al costo dei trasporti”. 

Meno rifiuti, più riciclo e recupero di energia: ecco il Piano regionale approvato dalla Giunta
 
Il presidente Bonaccini: "Un risultato che ci colloca tra le realtà più avanzate in Europa. Passo successivo, la discussione e approvazione in Assemblea". L'assessore Gazzolo: "Un Piano innovativo, che anticipa le tappe fissate dall'Ue e che consentirà ai cittadini di risparmiare"
 
Bologna – Riciclare entro il 2020 almeno il 70% di carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico e ridurre al 5% lo smaltimento a partire dal conferimento in discarica. Questi, in sintesi, gli obiettivi che la Regione si dà con il nuovo Piano per la gestione dei rifiuti. Obiettivi ambiziosi se confrontati con quelli indicati dall’Europa, di gran lunga inferiori: 60% di raccolta differenziata al 2025 (65% al 2030) e, per quanto riguarda lo smaltimento e il conferimento in discarica, il 10% entro il 2030. Da sottolineare come oggi questa percentuale in Italia sia prossima al 40%. Un nuovo approccio, dunque, nella gestione dei rifiuti, per produrne di meno, per differenziare e riciclare di più, e per consegnare alle generazioni future un territorio più pulito, sano e stabile dal punto di vista economico.
 
“Come avevamo promesso – ha ricordato il presidente Bonaccini – , dopo aver legiferato per primi in Italia in tema di economia circolare, con la legge regionale 16/2015, oggi in Giunta abbiamo approvato il Piano per la gestione dei rifiuti, che verrà messo alla discussione e all’approvazione dell’Assemblea legislativa nei tempi prestabiliti, e cioè entro la primavera. E’ un risultato che ci colloca tra le realtà più avanzate in Europa”.
 
“Il Piano, che intende uniformare e integrare principi e azioni che dovranno essere realizzati sull’intero territorio dell’Emilia-Romagna, garantirà una gestione più innovativa e razionale, volta a ottimizzare l’uso dell’impiantistica esistente su scala regionale e a porre le basi per una tariffa unica di smaltimento – sottolinea l’assessore all’Ambiente Paola Gazzolo – . Tutto ciò avrà anche ripercussioni importanti e positive in termini di risparmi per i cittadini, che vedranno a regime una riduzione delle proprie bollette”.
 
Il Piano delinea un modello di gestione che si fonda su prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di energia e, infine, smaltimento in linea con la cosiddetta “gerarchia dei rifiuti” europea. L’attenzione si sposta quindi sulla parte a monte della filiera del rifiuto e non più su quella terminale coincidente con lo smaltimento, affrontando i temi della riduzione del rifiuto, della raccolta e dell’industrializzazione del riciclo. Quest’ultimo aspetto sarà affrontato anche attraverso la promozione di Accordi volontari che consentiranno la valorizzazione delle frazioni di rifiuti differenziati nell’ambito di cicli produttivi locali, favorendo quindi la crescita e lo sviluppo delle aziende locali operanti nel settore della Green Economy.
 
Già promosso a pieni voti dall’Europa, il Piano stabilisce un nuovo approccio nella gestione dei rifiuti, in continuità con quanto previsto nella legge regionale 16/2015. Uno strumento operativo per arrivare entro il 2020 al raggiungimento degli obiettivi già citati, a cui si aggiungono la riduzione della produzione pro-capite di rifiuti compresa tra il 20% e il 25%, il 73% di raccolta differenziata e l’autosufficienza per lo smaltimento nell’ambito regionale, mediante l’utilizzo ottimale degli impianti esistenti. Il Piano assegna alla “tariffa puntuale” un ruolo determinante per il raggiungimento degli obiettivi: il principio è “paghi quanto butti”, che punta a premiare i comportamenti virtuosi.
 
Le azioni concrete che consentiranno di raggiungere gli obiettivi del Piano sono quindi la tariffazione puntuale, gli Accordi di filiera previsti e in parte già sottoscritti, il fondo incentivante previsto dalla legge regionale 16/2015. A ciò si aggiungono le azioni specifiche sul Comune di Bologna e la Provincia di Reggio Emilia, già co-finanziate dalla Regione attraverso il Piano di azione ambientale. Sono previsti solo tre impianti di discarica in Emilia-Romagna, in via prioritaria per i rifiuti speciali, e la cessazione dei conferimenti di rifiuti urbani indifferenziati in due degli otto impianti di incenerimento.