Delitto del trolley, dagli amici un libro in omaggio al professor Manesco

“Un amico fragile”, testimonianze e ricordi per Adriano Manesco. E’ questo il titolo del libro, in distribuzione da qualche giorno (Edizioni Mimesis), che intendere rendere omaggio al professore milanese di Estetica trucidato il 7 agosto del 2014 dai piacentini Gianluca Civardi e Paolo Grassi, questi ultimi recentemente condannati in primo grado all’ergastolo per l’ormai famigerato “delitto del trolley”. Un libro voluto dai molti amici e colleghi – curato da Virgilio Melchiorre con la partecipazione di Anna Ferruta, Elio Franzini e Gabriele Scaramuzza –  che negli anni gli sono stati vicini e che mai avrebbero immaginato per l’amico una fine simile. “Le loro voci compongono in modo armonico il ritratto di un uomo interessato alle diverse culture – si legge nella sinossi – che è vissuto con naturalezza nel mondo della classicità greca come in quello delle tradizioni orientali di India, Cina e Giappone. Ugualmente era curioso di conoscere le persone, la loro umanità e unicità, e desideroso di comunicare generosamente quanto sapeva. Adriano Manesco ha trasmesso valori di rispetto per la dignità umana e interesse per la crescita culturale e civile. La sua voce è stata ridotta violentemente al silenzio, in modo del tutto inaccettabile e indegno di ogni essere umano. In queste pagine lo possiamo riascoltare attraverso le parole lasciate nella mente e nel cuore di chi lo ha incontrato”.

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Qui di seguito pubblichiamo una recensione del libro comparsa sulla rivista online Odissea

Omaggio ad Adriano Manesco.

Un omaggio per commemorare e rendere giustizia a un amico che non c’è più. Così si presenta il volume recentemente pubblicato per Mimesis Edizioni, Un amico fragile. Testimonianze e ricordi per Adriano Manesco, a cura di Virgilio Melchiorre, con la partecipazione di Sibilla Cuoghi, Anna Ferruta, Elio Franzini e Gabriele Scaramuzza.

Adriano Manesco, la cui triste vicenda è nota dalle pagine di cronaca nera dell’ultimo anno e mezzo, è il protagonista e il destinatario di una serie di ritratti che raccontano con familiarità e discrezione frammenti della vita dell’uomo e dell’intellettuale che è stato. Nelle pagine di questo libro sono raccolte le testimonianze e i ricordi di molti amici, che per lunghi anni sono stati vicini a Manesco; i ricordi personali e intimi che gli autori dei saggi hanno voluto condividere si arricchiscono qui di suggestioni di carattere più squisitamente filosofico, in omaggio a un’esistenza investita nell’inesauribile ricerca di «una risposta alla domanda sugli ultimi sensi".

Il volume, è bene sottolinearlo, non è una biografia e non voleva esserlo nelle intenzioni dei curatori: sia per la forma che per la finalità si discosta infatti da un testo biografico. Rispetto a una tradizionale biografia, questo testo trascende i limiti di un punto di vista particolare e individuale, a favore di una polifonia che compone in modo armonico il ritratto di un amico e di un intellettuale di grande valore.

L’immagine che con vigore emerge da queste pagine è quella di «un uomo interessato alle diverse culture, che è vissuto con naturalezza nel mondo della classicità greca come in quello delle tradizioni orientali, di India, Cina, Giappone. Ugualmente era curioso di conoscere le persone, la loro umanità e unicità, e desideroso di comunicare generosamente quanto sapeva. Adriano Manesco ha trasmesso valori di rispetto per la dignità umana e interesse per la crescita culturale e civile».  Per Manesco «non c’era aspetto del mondo per cui provasse indifferenza, tutto attirava il suo sguardo e lo interessava,, perciò «invitava a guardare dietro e sotto le apparenze e anche gli og­getti più comuni e quotidiani diventavano nuovi e originali». Rigoroso nei suoi studi, quanto saldo nei suoi principi morali, «tra le virtù prediligeva la gentilezza, la cortesia, la buona educazione, quelle disposizioni d’animo che rendono semplici e gradevoli i rapporti umani.

Esistono molti modi e forme per difendere la dignità di un amico strappato alla vita in un modo così violento: la scelta del curatore e dei collaboratori di questo volume è stata innanzitutto quella di salvaguardare la memoria di Manesco e di farlo attraverso la testimonianza diretta di chi ne ha conosciuto il pensiero, il modo di esprimerlo e gli onesti valori di cui si faceva portatore. Quella che viene restituita in queste pagine è l’autentica voce di Adriano Manesco, che rivive attraverso l’affetto e la stima sincera delle persone a lui più care.

 

Chiara Sironi