All’inizio dell’anno nuovo, massimo fine febbraio, aprirà il nuovo ambulatorio di via Pozzo. Parola dell’assessore Stefano Cugini che questa mattina, lunedì 21 dicembre, ha compiuto un sopralluogo nei locali dei civici 10 e 12, all’epoca ospitanti un market etnico teatro di fatti di cronaca e divenuto un po’ il triste simbolo del degrado della zona. Proprio per questo motivo il proprietario dello stabile Carlo Becciu accettò il 2 settembre scorso di stipulare una convenzione con il Comune di Piacenza per restituire a nuova vita l’edificio: “Da teatro di fatti spiacevoli questo edificio diventerà un punto di aiuto per la cittadinanza, simbolo di un’evoluzione positiva per la zona, un messaggio sociale molto importante” commenta lo stesso Becciu.
Il servizio, che sarà gestito dall’associazione Arcangelo Dimaggio, che porta il nome dello storico fondatore di Emergency a Piacenza, ha l’obiettivo di tutelare la salute delle persone con fragilità sanitaria e sociale, svolgendo attività di consulenza e orientamento ai servizi, medicina essenziale e prestazioni infermieristiche. Un progetto che è stato possibile anche grazie al finanziamento di 50mila euro da parte della Fondazione di Piacenza e Vigevano, anche se in futuro il servizio dovrà sostenersi con le proprie forze, sia grazie all’impegno dei volontari che al servizio sanitario locale. Nella fattispecie l’ambulatorio ospiterà innanzitutto la guardia medica, divenendo presidio sanitario per tutta la cittadinanza.
Di giorno, insieme alla guardia medica, saranno presenti anche i volontari dell’associazione Dimaggio che offriranno servizio di consulenza per la fascia più marginale della popolazione: “L'obiettivo è quello di avviare un ambulatorio sociale a bassa soglia in grado di offrire assistenza medica e orientamento ai servizi sociosanitari a persone che vivono in condizione di povertà e marginalità come migranti, stranieri e poveri. Si tratta di un servizio gratuito con accesso libero” spiega Elisabetta Farina dell’associazione. Associazione che infatti ha già avviato percorsi di formazione per i futuri volontari dell’ambulatorio: “Il corso sarà in particolare rivolto a chi presterà la propria opera nella prima fase dell’accesso, a chi avrà perciò il compito di accogliere e di smistare le richieste; non è però preclusa la partecipazione, anzi è auspicata, anche a infermieri o medici che desiderano frequentare il corso. La seconda parte della formazione si svilupperà, nel mese di gennaio, dopo le vacanze natalizie e tratterà prioritariamente i temi relativi alla normativa che regolamenta i diritti degli stranieri ad accedere alla rete sanitaria” spiega sempre Farina.
Di notte, invece, i volontari dell’associazione Arcangelo Dimaggio lasceranno il posto al personale sanitario dell’Ausl che, sempre insieme a una guardia medica, costituiranno un vero e proprio presidio sanitario con medicina essenziale e prestazioni infermieristiche: “Proporremo continuità assistenziale, un presidio anche notturno, un luiogo dove ad ogni ora la popolazione potrà godere di assistenza, prime cure e consulenza, un modo anche per l’Ausl di incrementare il proprio servizio” spiega direttore delle attività socio-sanitarie dell’Ausl Costanza Ceda.
Insomma, guardia medica h24 affiancata di giorno dai volontari che offriranno consulenza per stranieri e cittadini inseriti in una fascia di marginalità, di notte dagli operatori sanitari professionisti dell’Ausl. “All’inizio i residenti non avevano molta fiducia in questo progetto – confessa l’assessore Cugini – ma quando hanno capito nel dettaglio cosa sarebbe divenuto questo ambulatorio hanno trasformato la loro perplessità in entusiasmo e impazienza”.