Lo sfogo: “Castelsangiovanni non è sotto assedio dei ladri, basta allarmismi”

“Castelsangiovanni non è sotto assedio dei ladri, basta con gli allarmismi”. A parlare è il sindaco del capoluogo della Valtidone Lucia Fontana stanca di vedere il suo comune descritto come in balia della criminalità. Lo sfogo di Fontana nel commentare la scelta di circa 600 famiglie di affidarsi alla vigilanza privata: “Sono iniziative ammirevoli – dice il primo cittadino – “ma non sono lo specchio di una situazione ingestibile. E’ semplicemente la dimostrazione del senso di responsabilità dei nostri cittadini che accolgono volentieri i suggerimenti dell’amministrazione. Non abbiamo il dono dell’onnipotenza e non possiamo smantellare una volta per tutte e definitivamente la criminalità, ma questo riguarda Castelsangiovanni come tutti gli altri comuni di Piacenza e delle altre province. Non siamo assediati dai ladri e non vi sono situazioni fuori controllo come spesso leggiamo sugli organi di informazione”.

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LA LETTERA DEL SINDACO: "GRIDA DEI CORVI"

"Giovedì 3 dicembre il quotidiano Libertà ha definito Castelsangiovanni “una città sotto assedio” ed ha dedicato al problema della microcriminalità nella nostra città due pagine interne di approfondimento. Ho letto l’articolo con ovvia attenzione e comprensibile preoccupazione e la sera stessa, in occasione di un incontro da tempo programmato  con i cittadini di alcuni quartieri per completare la divulgazione delle modalità operative del “controllo di vicinato”, ho avuto modo di raccogliere le loro reazioni: alcune erano improntate all'ironia (tipo “per venire qui stasera ho rotto l'assedio”) o, inaspettatamente, quasi di fastidio (cosa avremo mai di diverso dalle altre città, considerato tutto quello che leggiamo e sentiamo quotidianamente alla TV?).

Chi poi aveva letto gli articoli evidenziava la mancanza di sintonia tra il testo ed il titolo.  Le interviste ai miei concittadini riproponevano situazioni e preoccupazioni assolutamente analoghe a quelle purtroppo già vissute e testimoniate da centinaia di altre persone della nostra Provincia (se ad essa vogliamo limitarci, perché il problema è nazionale), come del resto è facile riscontrare ormai da qualche anno  leggendo i sempre più frequenti articoli di cronaca nera che appaiono su Libertà (e, naturalmente, su tutti gli altri giornali a tiratura locale e nazionale). Io stessa  ho partecipato a moltissimi incontri tra cittadini e amministratori sul problema sicurezza, alcuni dei quali molto caldi, in altre città e  paesi della nostra provincia (Piacenza, Fiorenzuola, San Giorgio, Carpaneto, Cadeo ecc…)  e posso garantire che, come ovvio,  i problemi che emergono sono sempre sovrapponibili.
E allora perchè oggi Castelsangiovanni, una città commercialmente, industrialmente, economicamente e culturalmente vivissima è definita “sotto assedio”?
Credo che la risposta sia nella ben nota abitudine giornalistica dei “titoli gridati”.  Una volta scritto un articolo, si forza la realtà nel titolo nel comprensibile intento di attrarre l’attenzione del lettore e nella presunzione che lo stesso lettore, letto il testo, ricollochi nel giusto rapporto titolo stesso e contenuto.
Purtroppo però non sempre avviene così: molti leggono solo il titolo gridato e non il testo  e ne traggono convinzioni distorte.
E' mio personalissimo parere che su alcuni problemi già pesantemente vissuti dalla gente sulla propria pelle, la cosa migliore sia sempre quella di evitare “titoli gridati” perché rischiano di sortire effetti contrari a quelli per cui sono stati pensati.       
Tutto ciò premesso, mi premono alcune più importanti considerazioni.
Innanzitutto  il problema della sicurezza esiste ed è al centro delle preoccupazioni della mia amministrazione non certo da oggi solo perché ne scrive Libertà. E' un problema che affligge tutte le città e i paesi della nostra provincia, della nostra Regione, del nostro Paese. E' un problema al quale non è facile dare risposta e contro il quale stanno lottando tutti, sindaci e amministratori  di ogni colore politico,  perché la criminalità è davvero imparziale: non conosce tessere e non fa sconti a nessuno.
Il quotidiano locale elenca nove furti commessi a Castello dal 18 agosto ad oggi : io stessa, senza consultare particolari archivi, ma solo le pagine di Libertà, credo di poterne elencare  per i principali centri della nostra provincia molti di più.
Per esempio, domenica 6 dicembre, in prima pagina leggo di un rapinatore che in una tabaccheria, pistola in pugno, intima “dammi i soldi” e poi spara e ancora di un giovane che in una frazione è stato costretto a sparare a salve per mettere in fuga i ladri che avevano già svaligiato la casa del vicino.  Oggi, 10 dicembre, a Borgotrebbia il racconto di una donna: “Mi hanno chiuso in camera, ho gridato tanto, ma invano…”. E così ancora tanti altri. Il fatto che tali crimini non siano stati compiuti a Castelsangiovanni non mi arreca certo alcun sollievo.  
Tra i nove fatti criminosi di cui dicevo prima, quello a mio avviso più eclatante (cioè la rapina  al mezzo che distribuiva sigarette compiuta da ben cinque persone armate di kalashnikov) ha riguardato una Ditta di Castello, ma è avventa tecnicamente fuori provincia, addirittura fuori regione (Chignolo Po è in Lombardia, Provincia di Pavia). Mi chiedo : qualcuno pensa davvero che una banda che utilizza armi da guerra possa essere classificata come microcriminalità locale che opera  solo a  Castello o a Chignolo Po?   E' di tutta evidenza che il problema della sicurezza è sempre più un problema che travalica  le limitate competenze e i poveri mezzi di un sindaco di provincia, e non solo. E' un problema di ordine pubblico e pertanto non può che riguardare innanzitutto le Forze di pubblica sicurezza alle quali noi amministratori locali dobbiamo affiancarci col massimo spirito collaborativo, ma ben consci dei rispettivi ruoli.  
Non ha poi senso che ci si ostini a classificare i furti nelle abitazioni e negli esercizi commerciali sempre e solo come episodi di microcriminalità.  Nel momento in cui tali furti sono compiuti da persone armate nonostante la presenza in casa dei proprietari  essi sono giustamente avvertiti dalla popolazione come vere e proprie rapine, con una ben diversa pericolosità sociale rispetto ad altri reati predatori. Pericolosità sociale che la gente, sempre più esasperata, coglie al di là delle statistiche e delle classificazioni ufficiali un po' di comodo che ci vengono periodicamente sottoposte.
Tra l'altro, se è vero che i reati nel loro complesso sono in diminuzione dal 2008 ad oggi, è altrettanto vero che i furti nelle abitazione e negli esercizi commerciali sono in netta controtendenza e negli ultimi anni continuano ad aumentare. E ad aumentare  e a preoccupare sono soprattutto la spregiudicatezza e l’arroganza di coloro che delinquono che non esitano a minacciare e ad aggredire anche le Forze di polizia; esse sono strettamente collegate alla consapevolezza della totale impunità di cui godono. 
Chi ha responsabilità politiche e potere di legiferare deve evitare che i mille lacci di norme inadeguate intralcino l'attività di Magistratura e Forze di sicurezza, che così, da valore aggiunto  nella lotta contro la criminalità (e oggi ancor di più oggi contro il terrorismo), rischiano di diventare addirittura l'anello debole della catena.
E' questa debolezza che spaventa i cittadini e rende sempre più arrogante il crimine.  
Voglio chiudere con una considerazione che riguarda esclusivamente la mia città.
Riconosco al titolo gridato dell'inchiesta di Libertà sul problema sicurezza a Castelsangiovanni un merito per me comunque incommensurabile : quello di aver liberato le grida degli approfittatori politici, in modo che siano per tutti facilmente identificabili.   
Infatti, a fronte di chi lavora per il bene comune e si da pena, c'è invece chi, privo di ogni responsabilità, specula sui guai sperando di trarne (illusori) vantaggi politici. Qualcuno li chiama gufi, altri avvoltoi. Io preferisco chiamarli corvi perché a differenza dei primi non evocano nessuna simpatica reazione scaramantica e dei secondi non hanno certo l' (orrida) imponenza.
Civiltà Castellana non ha perso l'occasione di esporre nella sua bacheca l'articolo di Libertà, attaccando l'amministrazione perché  non riuscirebbe, in materia di sicurezza, a mantenere quanto promesso nel programma elettorale.
Innanzitutto voglio invitare i miei concittadini a rileggere il nostro corposo programma sul tema della sicurezza ed a valutare come stiamo attuando punto per punto quanto promesso. Non sarà sufficiente?  Andremo oltre il programma, con nuove risorse che stiamo già cercando di reperire e nuove iniziative. Con caparbietà ed ostinazione, promettendo impegno e non certo risultati miracolosi (men che meno a breve termine) considerando che la provincia di Piacenza è al 17° posto in Italia per furti in abitazione.
Parlano per la mia giovane amministrazione insediatasi 18 mesi fa, le decine di nuove telecamere, alcune con lettura targhe, installate anche nelle frazioni che sino all’inizio del mio mandato ne erano totalmente prive, il potenziamento dell'illuminazione pubblica in zone totalmente prive, le iniziative assunte in tema di sicurezza come “Mille occhi sulla città” che potenzia la presenza della vigilanza privata nel nostro territorio coordinandola con le Forze dell’Ordine, la convenzione con i Carabinieri in congedo che implementano il controllo nei giorni di mercato, la sottoscrizione del “Protocollo d’intesa per la costituzione della rete provinciale di videosorveglianza” e soprattutto gli “Stati Generali sulla Sicurezza” che sono stati fortemente da me voluti e non a caso si sono tenuti nella nostra città.  Il documento finale, firmato dalla quasi totalità dei sindaci della provincia, è stato consegnato nelle mani del Viceministro degli Interni Bubbico in occasione dell’incontro tenutosi in Prefettura. Carta inutile? Niente affatto perché se è vero che fino a qualche mese fa le Autorità rappresentanti dello Stato guardavano con non celata diffidenza al controllo di vicinato, oggi il  Colonnello Scattaretico, Comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri, lo promuove ed invoca la collaborazione dei cittadini nella lotta contro i furti nelle case (“Una realtà, quella del controllo di vicinato, che in qualche modo sopperisce ad un dato che non ci si può nascondere : le risorse sono in costante diminuzione”). Il riconoscimento formale di tale iniziativa è poi avvenuto con la sottoscrizione del “Protocollo d’intesa Controllo del Vicinato” tra Prefettura e Amministrazioni locali, tra cui il Comune di Castelsangiovanni. Non meno significativa è la presenza permanente riconosciuta al  nostro Comune per il suo impegno sul tema della sicurezza, al comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Inoltre, da settembre del corrente anno, la Polizia di Stato pattuglia periodicamente il nostro territorio comunale rafforzando il controllo delle Forze dell’ordine, e ciò per iniziativa del nuovo Questore di Piacenza, Dott. Arena, che ha mostrato attenzione alle legittime sollecitazioni della mia amministrazione. 
La mia Amministrazione ha poi siglato la convenzione “Provincia più bella” con un locale Istituto di Credito per l’erogazione di finanziamenti a tassi agevolati finalizzati, tra gli altri, anche alla messa in sicurezza degli edifici (installazione di impianti di allarme, videosorveglianza, e qualsiasi altro sistema di sicurezza).
Da ultimo, le iniziative di sollecitazione alla costituzione dei gruppi di controllo di vicinato, alcuni già operativi.
Ciò detto, mi limiterò ora a riportare di seguito l'intero programma elettorale di Civiltà Castellana in tema si sicurezza.
Non è una lettura lunga e faticosa.
“La Sicurezza urbana è il risultato e allo stesso tempo il valore aggiunto del buon governo di una città nel suo complesso. La sicurezza è anche educazione civica e rispetto della legalità. Vanno tutelati tutti i settori, oltre la difesa della persona e della proprietà privata serve sicurezza negli esercizi pubblici, nel commercio, nella viabilità. E' necessario svolgere quindi azioni, interventi e modifiche strutturali necessarie a migliorare la sicurezza. L'amministrazione ha il compito di promuovere momenti di sicurezza partecipata attraverso la sensibilizzazione ed una maggiore vita sociale di comunità oltre il compito di tenere alto il livello di attenzione sulle autorità preposte sollecitandole ad un uso sempre maggiore coordinamento”.
Un programma così, un programma che non prevede nulla, è facilmente attuabile, ma credo proprio che nessuno possa illudersi circa la sua efficacia.
A Civiltà Castellana, che ha amministrato Castello per dieci anni e ci ha lasciato in eredità cinque vecchie telecamere di cui due non funzionanti, c'è però da riconoscere che quando si è parlato di sicurezza in Consiglio Comunale ha avanzato una meditata proposta, invitando l'Amministrazione ad attivare a proprie spese una maggiore sorveglianza privata in determinate ore e quartieri.
Peccato che la legge consenta alle Amministrazioni spese per la sicurezza attiva  (affidandola ad Istituti Privati) se e solo se  rivolte esclusivamente alla protezione di edifici pubblici (art.133 TULPS).
E' stata davvero la Provvidenza che ha evitato che la sicurezza a Castello venisse affidata in questi tempi difficili ad amministratori così ingenui che della sicurezza non solo non  si sono mai occupati in passato, ma che pensavano di non doversene occupare seriamente nemmeno in caso di un nuovo mandato. Pericolo scongiurato!".