"La burocrazia ci impedisce di svolgere serenamente la nostra professione". Con queste motivazioni i medici italiani hanno indetto una giornata di sciopero concretizzata a Piacenza con un presidio in piazzetta Pescheria. Una mobilitazione contro le scelte del Governo e in particolare contro il decreto Balduzzi, reo, secondo gli addetti ai lavori, di complicare inutilmente la professione medica con una macchina burocratica ingestibile. Lo spiega Umberto Gandi Presidente SNAMI (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani) Sezione di Piacenza, sigla che raggruppa i medici generali: "Noi vogliamo tornare a fare i medici come eravamo abituati. Il nostro compito è quello di fare diagnosi, cura e soprattutto prevenzione: in una società dove la cronicità sta aumentando, solo attraverso un'accurata politica di prevenzione si può sperare di ridurre i costi. Questo è il nostro ruolo. Invece con la legge Balduzzi siamo costretti a perdere più della metà del nostro tempo in burocrazia, ci troviamo intrappolati in una informatizzazione precaria che complica il quotidiano svolgimento del nostro dovere, con continui cambi di software e strumenti digitali in continuo divenire. Noi siamo convinti che solo con investimenti adeguati per il cambiamento che è in atto. Noi stiamo scioperando per la gente, perchè la gente si è accorta che spende sempre più soldi per avere servizi sempre inferiori".
Fa eco il dottor Maurizio Groppi del consiglio nazionale dell'Anaao, sindacato dei medici ospedalieri: "Anche l'ospedale di Piacenza è sovraccaricato di mansioni burocratiche che sottraggono tempo alla cura del paziente. Meno burocrazie, meno imbonitori, più medici e più infermieri di fianco al letto del malato. A ciò si aggiunge un contratto nazionale del lavoro fermo da sei anni, e anche questo è giusto specificarlo".