L'hanno definita "una patrimoniale nascosta" che ogni mese sgonfia "le nostre pensioni". "Dopo 40 anni di lavoro siamo davvero stufi". E' il grido di rabbia di cinque pensionati piacentini, tra cui l'ex assessore ai Lavori Pubblici del Comune Ignazio Brambati, che hanno deciso di fare causa all'Inps ritenendo "illegittimo" il decreto legge del Governo Renzi (legge 65/2015) che, a seguito del pronunciamento della Corte Costituzionale dell'aprile di quest'anno, ha rivalutato le pensioni per il biennio 2014-2015. Una rivalutazione che, oltre ad essere penalizzante, sarebbe in palese contrasto con i principi della Costituzione sanciti negli articoli 36 e 38 (Art. 36. "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa". Art 38: "I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita")
I cinque pensionati – oltre a Brambati ci sono anche tre iscritti allo Spi-Cgil Esterina Rancati, Baldovino Vento, Gianfranco Ganasi e il dirigente Spi Luciano Mazzari – si sono così rivolti all'avvocato piacentino Fauso Cò che ha già intentato la causa previdenziale (la prima in Italia) di fronte al Tribunale del lavoro di Piacenza con udienza già fissata per il prossimo 3 maggio.
La questione tocca quei pensionati che si collocano nella fascia tra i 1405 euro e i 2800 euro lordi al mese. Nell'aprile di quest'anno la Corte Costituzionale, ritenendo violati gli articoli 36 e 38 della Costituzione, si pronuncia dichiarando l'illegittimità del blocco delle perequazioni delle pensioni nel biennio 2012-2013 voluto dall'allora governo Monti e contenuto nella legge di Stabilità. A fronte della sentenza l'attuale governo procede con delle modifiche: per il biennio 2012-2013 concede il 40% delle perequazioni, ma per il biennio 2014-2015 tale percentuale, tra un calcolo e l'altro, scende addirittura all'8%. In pratica un adeguamento che rasenta lo zero. Di fatto un pensionato di quella fascia viene a perdere in termini di potere d'acquisto dai 900 ai 1200 euro all'anno.
"Con questa vertenza chiediamo la dichiarazione di incostituzionalità del decreto che il Governo Renzi aveva emanato per ottemperare alle sentenze della Corte costituzionale – spiega l'avvocato Cò – Riteniamo che sia illegittimo perché, pur in parte recuperando la perequazione, non ripristina un adeguamento sufficientemente ragionevole, come ravvisa la Corte stessa, la quale pone un limite al Legislatore. Quest'ultimo può decidere, ma deve rispettare i principi sanciti dalla Costituzione agli articoli 36 e 38)". A questo punto il Tribunale del lavoro di Piacenza dovrà verificare se la questione è rilevante ai fini della decisione e anche la non manifesta infondatezza delle argomentazioni che i pensionati hanno sviluppato. "Ci auguriamo – ha concluso Cò – che il ricorso venga accolto e che la Corte costituzionale decida su un problema che riguarda tutti i pensionati italiani che percepiscono pensioni modeste".