Omicidio volontario. E’ l’accusa con cui la procura di Grosseto avrebbe indagato Maria Grazia Guidoni, la figlia di Giuseppina Pierini, la 63enne che risultava scomparsa da Pontenure (Piacenza) dal 2012 e i cui resti sono stati ritrovati nei giorni scorsi nei pressi di un casolare a Massa Marittima, nella campagna del Grossetano. A indicare ai carabinieri di Follonica il luogo della sepoltura era stato giovedì sera il nipote subito dopo essersi presentato in caserma e aver raccontato loro come la nonna sarebbe stata uccisa. “Ho un peso che non riesco più a sostenere” avrebbe esordito. Avrebbe dunque riferito che la nonna sarebbe stata avvelenata con un mix di farmaci, poi soffocata con un sacchetto di nylon prima che il corpo fosse chiuso in un sacco e trasportato in auto a Massa Marittima, la zona di origine della famiglia Pierini. Un racconto che i militari dell’Arma, coordinati dal pm Alessandro Leopizzi, stanno verificando nei minimi particolari e che, a quanto pare, ritengono piuttosto attendibile. Nei giorni scorsi la figlia, 45 anni, era stata ascoltata dagli inquirenti e aveva spiegato di non saperne nulla di questa vicenda e di non aver avuto più notizie di lei fin dal lontano 2012. Una versione che evidentemente non ha convinto appieno gli inquirenti che l’avrebbero così indagata. Intanto si attende l’esito degli esami disposti dalla procura di Grosseto per accertare che quei resti appartengano proprio alla 63enne pensionata di cui non si avevano notizie da oltre tre anni.