Dopo l’apertura della Prosa, al Teatro Municipale prende il via anche la programmazione di Altri Percorsi, il secondo cartellone della Stagione “Tre per Te” 2015/2016 del Teatro Municipale di Piacenza organizzata da Teatro Gioco Vita con la direzione artistica di Diego Maj. Simone Cristicchi sarà in scena con “Magazzino 18”, da lui scritto insieme a Jan Bernas, con la regia di Antonio Calenda, spettacolo prodotto da Promo Music e Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Appuntamento, per cui si attende il tutto esaurito, martedì 10 novembre alle ore 21 al Teatro Municipale, nell’ambito della Stagione proposta dal Centro di produzione teatrale piacentino con la Fondazione Teatri, il Comune di Piacenza e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, Cariparma, Iren.
Al Porto Vecchio di Trieste c’è un “luogo della memoria” particolarmente toccante. Racconta di una pagina dolorosissima della storia italiana del Novecento, di una vicenda complessa di cui non si sa ancora abbastanza. In questo luogo la “memoria” non è affidata – come ci si potrebbe aspet¬tare – a un monumento imponente o a una documentazione scioccante ma a tante piccole, umili testimonianze che appartengono alla quotidia¬nità. Su una sedia, accatastata assieme a molte altre, è segnato un nome, una sigla, un numero e la scritta “Servizio Esodo”. La stessa catalogazio¬ne si trova su un armadio e poi su materassi, letti, stoviglie, fotografie, giocattoli e materiali di ogni tipo… Oggetti comuni che accompagnano lo scorrere di tante vite: uno scorrere improvvisamente interrotto dalla Storia, dall’esodo.Con il Trattato di pace del 1947 l’Italia perse vasti territori dell’Istria e della fascia costiera, costringendo circa trecento mila persone a lasciare le loro terre natali destinate a diventare jugoslave. Non è facile riuscire a immaginare quale fosse il loro stato d’animo, con quale sofferenza intere famiglie impacchettarono i loro averi, lasciandosi alle spalle le proprie radici. Profondamente toccato da questa pagina poco nota della nostra storia, Simone Cristicchi decide di ripercorrerla in uno spettacolo – intercalato da canzoni inedite eseguite dal vivo – che prende il titolo proprio da quel luogo nel Porto Vecchio di Trieste, in cui gli esuli depositavano tempora¬neamente le loro proprietà: il Magazzino 18.Coadiuvato nella scrittura da Jan Bernas e diretto dalla mano esperta di Antonio Calenda, Cristicchi parte proprio dagli oggetti conservati in questo grande deposito per riportare alla luce i racconti di vita che in essi si celano, senza dimenticare la difficile situazione degli italiani cosiddetti “rimasti”. Lo fa con una narrazione schietta che mescola registri vocali, costumi e atmosfere musicali diverse in una koinè di linguaggi che trasfi¬gura il reportage storico in una forma nuova: il “Musical-Civile”.«Con l’aiuto di Jan Bernas – spiega Simone Cristicchi – mi sono immerso nell’umanità sconvolta da questo uragano della Storia, un esodo che le ideologie hanno strumenta¬lizzato fin troppo, un dolore che non può avere un colore politico, ma solo rispetto; una storia che in qualche modo aspettava e meritava di essere narrata e cantata, dopo settant’anni di oblio. Il pubblico seguirà l’avventura di uno sprovveduto archivista romano, in¬viato dal Ministero a redigere un inventario; incontrerà lo “spirito delle masserizie” e gli altri protagonisti nascosti tra gli oggetti. Video proiezio¬ni, musica, canzoni e fotografie accompagneranno il pubblico verso un finale che è un tributo alle vittime, e nello stesso tempo la visione di un futuro possibile».