Staminali, 400 trapianti a Piacenza. “Eccellenza a livello internazionale”

Il reparto di Ematologia dell’ospedale di Piacenza ha superato nei giorni scorsi un importante traguardo: sono stati eseguiti 400 trapianti di cellule staminali dal 1999 (anno di inizio attività) a oggi.
L’importante risultato è stato presentato nel pomeriggio di oggi, giovedì 5 novembre, dal direttore generale Ausl Luca Baldino, dal primario di Ematologia Daniele Vallisa, dalla la responsabile dell’ambulatorio di Immunogenetica Angela Rossi e dalla presidente Apl Laura Battaglia, insieme a Stefano Pedrazzoli, uno dei pazienti che dopo l'operazione è tornato a nuova vita. 

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Il direttore Baldino ha spiegato questa eccellenza tutta piacentina: "Proprio questa mattina abbiamo effettuato il quatrocentesimo trapianto di midollo. I numeri sono molto, come terzo centro in Emilia Romagna. La peculiarità è significativa e potrà incidere in fatto di Area vasta, Piacenza è l'unico centro a livello europeo sia per trapianti che per operazioni in laboratorio. Quindi invito nuovamente a donare midollo osseo, visto che solo 1 ogni 100mila risulta poi idoneo". 

Soddisfatto il primario, Vallisa: "È un risultato d'equipe, perché abbiamo la fortuna di avere un ospedale con grande sincronismo. E grazie a un volontariato che lavora in modo sinergico. E a breve puntiamo di arrivare a 500". 

Gli ha fatto eco la responsabile del laboratorio: "Lavoriamo sul versante di indagine per definire compatibilità tra paziente e donatore. Poi sulla manipolazione delle cellule staminali, prima del trapianto. Abbiamo un laboratorio accreditato a livello internazionale e all'avanguardia. È inoltre presente un registro di pazienti in attesa di trapianto per donare midollo osseo. 

La responsabile di Apl, Battaglia, ha invece voluto sottolineare l'importanza, oltre che della donazione, anche dei contributi economici per sostenere il lavoro del reparto e mitigare l'insofferenza del malato: "I volontari sono fondamentali, così come le donazioni. Siamo riusciti a fornire attrezzature e medici (ne stiamo pagando alcuni, tra i quali anche psicologi e infermieri). E poi basta anche solo un televisore, un piccolo frigo e un sorriso per coloro che sono costretti alla camera sterile. Anche gli ex pazienti continuano ad aiutare l'associazione, visto che si sono trovati bene". 

Infine è stato il momento della toccante testimonianza di Stefano Pedrazzoli, trapiantato e che dopo l'operazione è tornato a lavorare e ha avuto due figli di 7 e 3 anni: "Ho reagito alle cure, dopo che mio fratello ha donato il midollo ed è risultato compatibile. Le difficoltà non mancano ma l'umanità dell'equipe mi ha permesso di essere curato nella mia città ed è stato fondamentale". 

IL TRAGUARDO DELL'OSPEDALE DI PIACENZA – Il trapianto di cellule staminali, in particolare prelevate da donatore, è considerata una delle attività più complesse in ambito medico chirurgico, paragonabile a un trapianto di fegato. La complessità della procedura, a differenza di altre, non è strettamente legata a un singolo ma è il risultato di un processo multiprofessionale e multispecialistico. 

Aver superato il traguardo dei 400 trapianti è un risultato di team e dell’ospedale. 
Nella cura delle patologie ematologiche e oncologiche il trapianto consente di offrire un’opportunità di cura ai malati quando le terapie convenzionali e i farmaci biologici non sono efficaci o indicati. 
Esistono due modalità. Se possibile, si ricorre a un trapianto autologo, ovvEro a una procedura che prevede  la reinfusione di cellule staminali emopoietiche dello stesso paziente, precedentemente prelevate e crioconservate. 
In alcuni casi, però, si deve invece ricorrere a un donatore (trapianto allogenico). Si cerca prima nella cerchia familiare dei consanguinei e, in caso di insuccesso, ci si rivolge al registro internazionale dei donatori volontari.  A Piacenza la prima procedura autologa (cioè dal paziente stesso) risale al 1999. Da allora è stata ripetuta ben 310 volte. Il trapianto allogenico, da familiare o da donatore non correlato, ha invece esordito a Piacenza nel 2002: finora ne hanno beneficiato 90 persone. Di conseguenza il totale è di 400 casi.