Giovani cantanti piacentini cercasi. Aperte le iscrizioni del “Festivalino”

Giovani cantanti piacentini cercasi. Si sono aperte in questi giorni le iscrizioni all’edizione 2016 del Festival “Le Voci di domani” di Broni (Pv), organizzato dall’omonima associazione, nata tre anni fa con lo scopo di promuovere la cultura del canto e della musica tra le nuove generazioni e di sostenere istituzioni ed enti impegnati nel mondo del volontariato e del sociale. Il “Festivalino” è ormai diventato una felice tradizione di Broni e le due passate edizioni hanno fatto registrare un ampio successo di critica, di pubblico e di partecipazione di giovani talenti provenienti non solo dal pavese ma anche dalla provincia di Piacenza, Lodi, Cremona. Ma soprattutto sono servite ad aiutare chi è meno fortunato di quei bambini e ragazzi che sono stati i protagonisti, con la loro bravura e la loro simpatia, dello spettacolo.

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L’edizione 2015 sarà tra l’altro ricordata per la presenza in video del “Volo” reduce dalla vittoria al Festival di Sanremo.

La fortunata manifestazione era stata ideata cinquantadue anni fa da Franco Mezzadra e Mario Salvaneschi e anche la prossima edizione sarà l’occasione per ricordare due grandi personaggi della vita di Broni.

Ci si potrà iscrivere fino al prossimo 15 novembre rivolgendosi dalle ore 17 alle ore 19 al negozio “La petite boutique” in via Enzo Togni a Broni. Per informazioni è possibile altresì telefonare ai numeri 338.3657326 e 334.5346488.

Le categorie saranno quelle dello scorso anno: Baby (5-10 anni), Junior (11-13 anni) e Senior (14-16 anni). Le selezioni si terranno il 22 novembre presso la Sala civica del Comune di Broni. Il Festival si terrà nei primi mesi del prossimo anno nella cornice del Teatro Carbonetti di Broni.“E’ sempre bello mettersi al lavoro per organizzare il Festival – dicono gli organizzatori – Il nostro obiettivo è quello di allestire uno spettacolo di qualità da un punto di vista musicale, artistico e scenografico, in cui i bambini e i rgazzi siano i veri protagonisti, in un’atmosfera di gioia e di serenità. Senza dubbio anche quest’anno il nostro scopo primario sarà quello della beneficenza e dell’attenzione verso i più bisognosi”.

LA STORIA
E’ il 1981, sul finire del mese di agosto, quando Broni piange la prematura scomparsa di Franco Mezzadra, uno dei suoi personaggi più noti e più attivi. Uno di quelli che aveva a cuore il suo paese, che metteva i propri talenti al servizio del bene comune, tanto per usare un’espressione che oggi va molto di moda. Lo faceva in maniera disinteressata e in diversi campi: sociale, artistico e culturale, religioso. Era padre di famiglia e di professione faceva l’insegnante all’Istituto tecnico professionale di Stradella di cui é anche preside.Entra giovanissimo in Azione Cattolica e nel contempo fa il giornalista, fondando e dirigendo il Giornale di Broni, come in seguito è l’anima per alcuni anni dell’emittente televisiva Top 43, una delle prime televisioni private italiane che proprio a Broni aveva sede e studi. Riveste anche la carica di presidente dell’Associazione Sportiva. Ma la sua grande passione è il teatro. Ed è qui che giunge provvidenziale l’incontro con un altro “pezzo da novanta” di Broni, quel Mario Salvaneschi che, con il nome di Lasarat, ha contribuito alla fama del teatro dialettale bronese. Con lui Mezzadra fonda la Compagnia del Teatro Dialettale Bronese, portando nelle piazze e nei teatri della provincia di Pavia l’umorismo, la sapienza, il sale e la luce dell’anima popolare della gente di questo lembo di terra lombarda che è l’Oltrepò. Ne è autore e regista.Ma Mezzadra è ricordato soprattutto per aver dato i natali ad una manifestazione amatissima e attesissima a Broni in quegli anni. Siamo nel 1964 e sul palco del teatro Astra, una delle tre sale presenti allora a Broni e oggi teatro dell’Oratorio, va in scena la prima edizione del “Festival dei Bambini”, chiamato anche “Le voci di domani” o più familiarmente “Il Festivalino”. Si tratta di una sorta di “Zecchino d’Oro” in salsa bronese, una rassegna di bambini che si cimentano nell’arte del canto. In moltissimi vi hanno preso parte, non con il desiderio di diventare delle star della musica (di tutti quelli che vi hanno partecipato non uno è diventato famoso!), ma con la gioia di partecipare ad un gioco e con l’unico scopo di divertirsi e far divertire. Non aveva il Festivalino di Mezzadra i connotati di tante trasmissioni televisive di oggi che “usano” i bambini per fare audience, che li buttano davanti alle telecamere recitando parti che non possono essere le loro, complici spesso i genitori che nutrono ambizioni più grandi dei loro stessi figli.Franco Mezzadra non è solo nella realizzazione del Festival. Al suo fianco ha naturalmente Lasarat, come pure l’allora curato di Broni ed oggi parroco di Godiasco don Rino Mariani che era il responsabile del coro delle voci bianche della parrocchia da cui provenivamo molti partecipanti della rassegna; ha l’aiuto di personaggi del calibro di Marco Mossolani e Cinzio Baldin e di molti altri.Il Festivalino è “andato in onda” ininterrottamente fino alla fine degli anni Settanta. La prematura scomparsa di Mezzadra getta nello sconforto un’intera comunità e molte attività di cui Mezzadra era l’anima si fermano. Tra queste anche il Festival dei Bambini che viene riproposto in due edizioni, una agli inizi degli anni ottanta e l’altra nel 2006, a venticinque anni dalla morte di Franco.