Costerà circa 130mila euro abbattere il tanto criticato ecomostro di Barberino (Piacenza). Il progetto di demolizione è stato presentato (31 ottobre 2015) con grande soddisfazione dall’assessore regionale all’Ambiente Paola Gazzolo e dal sindaco di Bobbio Roberto Pasquali. Stiamo parlando dell’ex albergo che fu costruito nell’alveo del fiume Trebbia e al centro di un dibattito annoso in cui si chiede da sempre l’abbattimento per evitare il crollo dell’edificio, già lesionato durante l’ultima alluvione del 14 settembre scorso. Le operazioni di abbattimento partiranno con la pulitura dell’area intorno all’edificio e con la rimozione del tetto in eternit.
Soddisfatto Pasquali che già nel 2008 aveva emesso un’ordinanza di demolizione: “Andremo a eliminare una bruttura della Val Trebbia e risistemare tutta l'area, ricostruire il ponte crollato con una pista ciclabile fino a Cassolo. Questo diventerà uno degli angoli più belli della vallata. Un grazie anche al proprietario che ha compreso l'esigenza di poterlo eliminare dichiarando decaduto il ricorso in essere".
L’assessore Gazzolo ha confermato che verrà ripristinato il ponte crollato durante l’alluvione: “Sono molto contenta perché siamo stati molto determinati e la calamità del 14 settembre è diventata un’occasione per migliorare il nostro territorio”.
Plaude all'iniziativa Legambiente, ma il presidente Laura Chiappa ha ricordato altri punti di crisi sui quali si dovrebbe intervenire sul Trebbia e che l'abbattimento sarebbe potuto avvenire prima: "Ora partano anche la delocalizzazione del campeggio di Barberino, perché è in alveo e lo spostamento dell'area camper, che è stato esondato. Non bisogna poi dimenticare, sul tema dell'ecomopstro in questione, che è dal 2008 che il Comune di Bobbio ha appreso il decreto di abbattimento ma poi è rimasto tutto come prima. Noi invece abbiamo sempre esortato il sindaco visto che i mezzi per abbatterlo c'erano già. Per esempio appellandosi al documento dell'Aipo, che aveva stabilito la pericolosità della struttura per l'ostruzione del fiume e quindi chiedendo un intervento di somma urgenza, senza aspettare il ricorso al presidente della Repubblica. E far intervenire successivamente la Protezione civile. Invece è dovuta intervenire un'alluvione per arrivare a questo risultato, per il quale è comunque stato importante il lavoro svolto dall'assessore Paola Gazzolo".