Importante convegno organizzato dal sindacato di Polizia Siap per il prossimo 5 novembre alle 15. All’aula magna della Scuola Allievi Agenti della Polizia di stato di Piacenza saranno presenti Luciano Baglioni e Pietro Costanza, gli agenti che riuscirono a sgominare la famigerata Banda della Uno Bianca, organizzazione criminale operante in Emilia-Romagna tra la fine degli anni ottanta e la prima metà degli anni novanta.
Agli inizi del 1994 il magistrato di Rimini Daniele Paci costituì un pool di investigatori per risolvere il caso, dopo 7 anni di omicidi e crimini ancora senza un colpevole reale, nonostante un grande numero di arresti nel corso degli anni precedenti, poi dimostratisi errati e fuorvianti. Il pool inizialmente non riuscì ad ottenere molto, solo la ricostruzione di un identikit di un bandito, registrato a volto scoperto durante la rapina in banca del 3 marzo 1994. Verso la metà del 1994 il pool dei magistrati riminesi fu sciolto e la direzione delle indagini consegnata ad un pool di magistrati a Roma. Furono però due poliziotti, l'ispettore Baglioni e il sovrintendente Costanza, a seguire la pista giusta. I due poliziotti, facenti parte della Questura di Rimini, avevano collaborato con l'appena sciolto pool di magistrati riminesi. Chiesero alla procura che il lavoro del pool riminese non venisse perso ed avviarono delle indagini autonome, volte a scoprire i componenti della banda della Uno Bianca. Il procuratore di Rimini diede loro carta bianca, fu così che Baglioni e Costanza cominciarono a dedicarsi praticamente a tempo pieno alle loro indagini. Misero in atto appostamenti, ricerche, controlli agli istituti di credito rapinati e cercarono di capire le modalità operative della banda.
Le indagini di Baglioni e Costanza sono state raccolte nel libro scritto da Marco Melega “Baglioni e Costanza. Come due investigatori di provincia hanno risolto il caso della Uno Bianca”.
“Per noi è un onore poter ospitare a Piacenza questi colleghi che hanno fatto la storia della polizia di Stato – commenta il segretario del Siap Sandro Chiaravalloti – la vicenda della Uno Bianca mostrò il lato peggiore della polizia e spesso ancora oggi spinge nell’ombra il grande talento e l’estrema dedizione di chi invece riuscì a sgominare l’organizzazione”.
IL COMUNICATO DEL SIAP
Il 5 novembre alle 15, presso l’aula magna della Scuola Allievi Agenti della Polizia di stato di Piacenza, il Siap ha organizzato un convegno basato sul racconto attraverso il loro libro, dei colleghi Baglioni e Costanza su come hanno indagato e consegnato alla giustizia gli appartenenti alla “banda della uno bianca”, che ha segnato la storia di questo Paese terrorizzando l’Italia Intera.
Lo hanno fatto attraverso strategie investigative non comuni, in un contesto indubbiamente difficile, che potranno metter a fattor comune con molti altri colleghi, grazie a questa iniziativa, tanto che ci saranno colleghi che giungeranno da diverse città anche fuori regione. Proprio per questo, l’assemblea ha assunto anche le caratteristiche formative per i colleghi, in quanto da noi ritenute importati atteso che una delle conquiste fondamentali dei sindacati, è stata quella di garantire al personale di Polizia una formazione dialogica, il giusto addestramento e il continuo aggiornamento.
Nei tempi del terrorismo – fine anni 70 – , il compianto Presidente della Repubblica Sandro PERTINI, nel discorso alla nazione del 31 dicembre, ebbe modo di rilanciare e promuovere il percorso di riforma della guardie di Pubblica Sicurezza sulla modernizzazione della stessa e, facendo leva sulla giusta formazione , asseriva che la Polizia di allora non era adeguatamente formata e specializzata per affrontare il terrorismo, e per questo rilanciava la riforma in quanto attraverso la stessa si poteva ottenere una Polizia ad ordinamento civile formata e specializzata. Ricordo che nel 1983, quando fui arruolato nella Polizia di Stato, l’addestramento alle tecniche operative e a quelle investigative ecc., si basava sulla ricostruzione di casi professionali e quindi sulla storia e sui racconti di determinati eventi drammatici come, ad esempio, il rapimento dell’Onorevole Moro e il sua successivo omicidio, o attraverso casi risolti brillantemente, su racconti di indagini di successo come quelle antimafia ovvero sull’analisi delle cose che non avevano funzionato. La presentazione di un libro, altro non è la discussione sul suo contenuto, sui fatti storici e su tutte le strategie adottate, sul ricordo delle vittime, su come sono iniziate le indagini, le intuizioni, le strategie, i sacrifici, ecc, narrato come un caso professionale dai veri protagonisti. Un racconto senza dubbio utile ad ogni collega e cittadino sano che vuole vedere in quella brutta storia più la parte sana che non quella ammalata . Una parte sana che sa sempre reagire e dato lustro alla polizia di stato e a tutto ciò che deve rappresentare . Questo, è l’inizio e il proseguo di un percorso per noi del Siap, in tutta la fase congressuale dell’Emilia Romagna , con la speranza di contribuire alla formazione dei colleghi con convegni basati su fatti veri, così come abbiamo fatto in passato, e faremo ancora, raccontando i successi della catturandi di Palermo anche attraverso le testimonianze dei famigliari delle vittime. Proprio per questo, Durante la suddetta iniziativa, saranno ricordate le vittime di quella brutta storia e credo che ogni poliziotto, nella sua formazione, debba avere il dovere e il diritto di ricordare affinchè la morte degli innocenti non sia mai resa vana .
Il Segretario Generale provinciale SIAP
Sandro Chiaravalloti