La polizia municipale invia un comunicato agli organi di stampa e un quotidiano on line, come usualmente capita, condivide la notizia sulla propria pagina facebook. I lettori e gli utenti del social network commentano nei modi più vari, come spesso accade, ma qualcuno decide di sfogare il proprio disappunto verso l'operato dei vigili urbani in maniera più che colorita. Offensiva secondo il sindacato di polizia municipale Diccap Sulpl di Piacenza guidato da Miriam Palumbo che ora sta valutando azioni legali.
IL COMUNICATO DEL DICCAP SULPL
La scrivente in qualità di Dirigente Sindacale del SULPL , che è il Sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia Locale Italiana, ha letto commenti offensivi verso Agenti della Polizia Locale di Piacenza, comparsi in particolare sulla pagina facebook di un noto quotidiano online di Piacenza, con riferimento ad uno dei tanti comunicati stampa apparsi nei giorni scorsi.
Sempre più spesso capita di imbattersi nella lettura di “post” o “commenti” a dir poco sconvenienti; è vero che esiste la sacrosanta libertà di pensiero e parola… ma non bisogna mai oltrepassare il limite, altrimenti si può incorrere nel reato di diffamazione a mezzo stampa (punito dall'art. 595 c.p. con pene, nella forma aggravata, fino a 3 anni di reclusione e con annesso diritto al risarcimento nei confronti della parte lesa). Facebook se utilizzato con criterio è un social network con enormi potenzialità, ma pare che purtroppo stia diventando un luogo virtuale su cui offendere e diffamare la Polizia Locale.
Ricordiamo che qualunque attività effettuata su Internet (e di conseguenza anche su Facebook) è registrata sui siti in cui viene eseguita (da un minimo di 3 mesi a un massimo di 2 anni, in funzione della legislazione dello Stato di origine del gestore), e l'autore è, generalmente, SEMPRE rintracciabile da parte degli organi di controllo preposti (Polizia Postale, Carabinieri, Guardia di Finanza) e a seguito di un ordine di procedura da parte dell'Autorità Giudiziaria. La Segreteria resta dunque in attesa che la Giustizia faccia il proprio corso e che episodi del genere accadano sempre con minor frequenza. I Social Network devono essere sfruttati per comunicare ed informare, non per offendere e diffamare!