E’ stato annunciato come “uno degli interventi di riqualificazione più importanti degli ultimi decenni” ma nulla è ancora stato deciso a priori. Anzi, il dibattito si è appena aperto dopo che l’assessore all’Urbanistica Silvio Bisotti e il presidente del Consorzio agrario Terrepadane Luigi Bisi hanno definito il piano di recupero della maxi-area di via Colombo retrostante il palazzo dell’agricoltura, che va dalla Lupa fino a San Lazzaro.
A un giorno di distanza, la presa di posizione più forte si è avuta dall’Unione commercianti, che attraverso il presidente Giovanni Struzzola e il direttore Alfredo Parietti, hanno tenuto a chiarire che, in buona sostanza, il progetto è sicuramente interessante ma non dovrà in alcun modo penalizzare i commercianti. In particolare quelli del centro storico, per i quali l’associazione di categoria si è battuta in questi anni, sul versante della rivitalizzazione. Insomma, la parola che i vertici dell’Unione non vogliono neppur sentire pronunciare è “outlet”. Che si può tradurre anche in “centro commerciale”.
L’area interessata dal progetto è di 130mila metri quadrati, per gran parte (113mila metri) di proprietà del Consorzio, ma che comprende anche l’immobile comunale dell’ex mercato ortofrutticolo e l’area demaniale del Piano Caricatore. Un’area oggi degradata ma che Terrepadane intende riportare a lucido avviando un percorso partecipativo con l’intera città. Ed è proprio all’interno di questo percorso che intende inserirsi Unione commercianti, soprattutto in difesa dei suoi associati.
“Gli sviluppi di insediamenti commerciali devono essere definiti e condivisi, tenendo presente che non devono portare danno al centro storico – ha premesso Alfredo Parietti -. Quindi la condivisione è fondamentale per non avere pericolosi contraccolpi. La zona è degradata e con molte problematiche, non si può certo fare finta di nulla. Quindi un intervento di viabilità e residenzialità è ben visto, però a patto che sia concordato con gli operatori commerciali esistenti. Per questo siamo contrari all’idea di un outlet, parola bandita dal nostro vocabolario”.
Della stessa idea anche Giovanni Struzzola: “L’intervento di riqualificazione è importante, per cui bisogna prestare massima attenzione al rilancio di una parte di Piacenza, adiacente al centro, che non può continuare nel degrado. Il piano ci sembra ambizioso ed equlibrato dal punto di vista urbanistico. Certamente nei contenuti, sul residenziale ci trova d’accordo, però abbiamo delle perplessita sull’aspetto commerciale. Noi vorremmo capire in che modo quegli spazi vogliono essere riempiti, per concordare e dare indicazioni. Perché sbagliando una pianificazione si può mettere in seria crisi il commercio del centro storico. Non dimentichiamoci che persino strutture da 1.500 metri quadri hanno un impatto forte sulle attività, quindi non vogliamo sentir parlare di outlet o centri commerciali”.
Il piano di recupero verrà ora discusso in un’assemblea pubblica lunedì 12 ottobre e prevede che, una volta riqualificata, l’area vedrà una superficie edificata di 50-60mila metri. Nelle previsioni alloggi (anche di housing sociale), spazi ricreativi (verde pubblico, ma anche sportivi), negozi per decine di milioni di investimenti.
“Il dato che mi piace dare – ha aggiunto Bisi – è che per metà saranno aree di interesse pubblico, parcheggi, aree verdi, sportive, servizi. Sul resto, l’idea dei nostri consulenti è di fare un mix di commerciale, residenziale e di negozi”. E sarà proprio su quest’ultimo punto che Unione commercianti ha promesso di dare battaglia.