Roncaglia, Bobbio, Marsaglia, Ferriere, Farini, Bettola. Tocca i luoghi più martoriati dall’alluvione del 14 settembre il sopralluogo odierno (1 ottobre) nel Piacentino del presidente della Regione Stefano Bonaccini che è tornato a ribadire che “i piacentini sappiano che saremo qui ogni giorno” e che “vogliamo darci daffare per fare le cose bene e in fretta”. A parte aver ricordato i quattrini finora stanziati da Governo e Regione (10 milioni da Roma, 5 da Bologna) più lo sblocco del Patto di Stabilità per “gestire le somme urgenze” e per “avviare il prima possibile la ricostruzione di quello che merita di essere ricostruito”, Bonaccini ha promesso di voler trovare una soluzione per le persone sfollate che hanno avuto la casa danneggiata o distrutta dalla piena e che sono costrette a pagare un affitto altrove. “Stiamo valutando di sostenere come Regione l’affitto attraverso investimenti nel Cas (contributo autonoma sistemazione), così come è già successo in alcune zone terremotate (e come già avviene in alcuni sporadici casi nel Piacentino per antiche piene, ndr) – ha detto Bonaccini – dobbiamo vedere se questi sostegni possono essere ricompresi nei 10 milioni stanziati dal governo e se ciò è compatibile con le norme, ma credo di sì. Vogliamo dare una risposta concreta”.
Ad attenderlo a Roncaglia, prima tappa del tour, vicino all’info point, c’erano il sindaco Paolo Dosi, il prefetto Anna Palombi, il presidente della Provincia Stefano Rolleri, sindaci, consiglieri regionali (Gianluigi Molinari, Katia Tarasconi e Tommaso Foti), oltre ai vertici della Protezione Civile, dell’Aipo, del Consorzio di bonifica, del Parco del Trebbia. C’erano anche alcuni residenti di Roncaglia che oggi, più che all’indomani del disastro, stanno “toccando con mano la fragilità della situazione e fanno i conti con i danni”. C’è rabbia, sconforto. “Speriamo che quelle dette da Bonaccini non siano solo parole”. Tra quei cittadini ci sono donne che hanno perso gran parte dell’attività, che non hanno più una casa sicura, un’auto. E che ora hanno paura che alla prima allerta maltempo possa “riaccadere”. Si rivolgono all’Aipo, al Consorzio di Bonifica: chiedono che le sponde del fiume vengano “armate”. Al loro fianco c’è Gianni Cavalli, presidente del Comitato per le vittime dell’alluvione in Valnure e Valtrebbia, che si è detto pronto a raccogliere le adesioni per promuovere una class action. “Chi ha avuto danni deve vedersi restituire tutto, fino all’ultimo centesimo” ha detto. Si ritroveranno dunque nei prossimi giorni per stabilire concretamente i passi da compiere.
Dopo Roncaglia Bonaccini si è diretto a Bobbio, in Valtrebbia per un sopralluogo su quel che resta di Ponte Barberino, crollato quel giorno. Poi andrà a Marsaglia, a Ferriere, a Farini. Qui, alle 16,30, si terrà l’incontro istituzionale con il prefetto e i sindaci. Poi ultima tappa a Bettola.