Alluvione a Roncaglia, esplode la rabbia dei residenti. Comune nel mirino

 Assemblea pubblica infuocata ieri sera, mercoledì 30 settembre, a Roncaglia, con la giunta comunale al completo che ha affrontato i cittadini della frazione di Piacenza a due settimane dalla piena del Nure che li ha colpiti duramente e inaspettatamente. Una riunione molto partecipata, tanto che la sala scelta non è riuscita a contenere tutti coloro che hanno deciso di essere presenti. 
Il sindaco Paolo Dosi, accompagnato dai suoi assessori, così come dal comandante della polizia municipale, dal tecnico di Bacino, dal presidente del Consorzio di Bonifica e dal responsabile di Aipo, ha cercato di spiegare alla popolazione che l'alluvione di lunedì scorso, 14 settembre, è stato un "evento eccezionale" e "non prevedibile", senza però negare che "qualcosa nella filiera dell'emergenza non ha funzionato e d'ora in poi tutto dovrà essere rivisto". 
 
Non sono mancate certo numerose critiche e qualche insulto greve, ai quali il primo cittadino e gli altri intervenuti hanno saputo rispondere con comprensione, rispetto agli sfoghi fisiologici di persone che da dieci giorni stanno cercando di tornare alla normalità lavorando senza sosta nel fango che ha invaso le loro case, i negozi e le aziende. 
E quando i toni si sono calmati, sono emerse comunicazioni importanti per far fronte non solo alle necessità del presente ma anche alla messa in sicurezza del territorio per il futuro. 
Intanto, l'assessore al Bilancio Luigi Gazzola ha annunciato che, mentre si attende il via libera del decreto del governo per rinviare i pagamenti di Imu e Tasi. Per quanto riguarda invece la Tari – di competenza comunale- "le bollette di ottobre saranno rinviate al 31 dicembre, mentre la seconda rata sarà annullata (grazie a una delibera di giunta)". Non solo, perché palazzo Mercanti ha scelto di "destinare le compensazioni, derivanti dall'aver accettato di bruciare nell'inceneritore di Tecnoborgo i rifiuti di Genova, agli interventi urgenti a Roncaglia. Uno stanziamento di circa 140mila euro". 
 
Poi, mentre l'ingegner Massimo Valente di Aipo illustrava gli interventi richiesti per aumentare le difese degli argini, il sindaco ha chiarito qual'è la cifra stimata per questi lavori che, dopo la piena straordinaria, si sono resi necessari: "Due milioni di euro, che dovranno andare alla stessa Aipo e al Consorzio di Bonifica per alzare gli argini e pulire i canali". 
 
Restando all'Aipo, Valente ha avuto poi l'audio compito, al quale ha però sopperito con professionalità, di rispondere alle tante perplessità sul perché la frazione non sia stata al sicuro durante l'onda di fango e detriti del Nure: "Certi fenomeni non sono pienamente prevedibili e secondo le rilevazioni le piogge si sarebbero dovute scaricare più sul versante ligure. La Prefettura ha chiamato i sindaci dalla nottata, dall'1.30 alle 2 per segnalare l'allarme sul fiume Trebbia e per la diga di Boschi che stava scaricando una quantità di acqua considerata enorme: ma i 600 metri cubi al secondo che venivano rilevati non erano preoccupanti, perché fino a 700-800 potevano essere sopportati". Ed è poi entrato nello specifico di Roncaglia: "Gli argini ci sono, però sono in base alle stime sulle piene massime registrate in passato. Nel 2001 le abbiamo alzate, con lavori al limite della legge, ingrossandole nonostante i ricorsi al Tar, proprio perché sapevamo che era necessario. Ora dobbiamo fare i conti con quello che verrà stanziato. Purtroppo devo dirlo – ha spiegato con franchezza – dopo episodi come questo è più facile avere soldi per interventi, anche perché abbiamo già stimato in base alla piena eccezionale quanto necessario (2 milioni di euro)". Particolarmente inquietante, benché realistica, infine la sua ricostruzione e la conclusione dell'alluvione che ha colpito il Piacentino: "Alle 7.30 di lunedì 14 settembre ero arrivato in zona proprio per verificare la situazione e quando sono stato sul posto ho avuto paura, per la prima volta in via mia mia. Avevo l'acqua a 20 centimetri dai piedi pur essendo su un argine e l'acqua che scorreva aveva una portata e una velocità impressionate. Pensate se non ci fossero stati neppure quegli argini che abbiamo costruito? Purtroppo abbiamo rischiato che venissero spazzate via alcune case di Roncaglia e Fossadello. Oggi il rischio di un'altra piena quindi è possibile". 
 
Il sindaco, invece, ha ripercorso – come aveva già fatto in consiglio comunale – le fasi in cui sono arrivate le comunicazioni. Un aspetto ancora controverso, visto che rispetto al primo cittadino di Caorso (competente per Fossadello) rimane un buco di circa 3 ore. Dosi, infatti, pare sia stato chiamato sul cellulare verso le 7.15, rispetto a Roberta Battaglia che ha invece ricevuto una chiamata alle 4.30. Nonostante ciò – e a un'indagine interna al Comune, senza contare a quella avviata dalla magistratura – il sindaco di Piacenza non si è nascosto: "Qualcosa non ha funzionato e il sistema dell'emergenza andrà rivisto completamente. Però rendiamoci conto delle precipitazioni di dimensioni tali che mentre l'acqua scendeva venivano segnalate allerte, pre allarmi, allarmi e emergenze, ma senza la quantità di acqua. Quindi i sistemi di risposta senza questi rilievi hanno comportato una mancanza di stima della gravità. Infatti sono state colpite zone di Roncaglia che erano a pericolo secondario rispetto ad altre". 
 
E ancora, il presidente del Consorzio di Bonifica, Fausto Zermani, ha tenuto un lungo e articolato discorso sulla necessità di "rivedere il rapporto delle popolazioni che vivono sui fiumi e la natura. Ormai siamo in un ecosistema artificiale, visto che abbiamo costruito in zone che prima erano il letto dei bacini e questi non fanno altro che tentare di riprendersi quello che era loro. Va bene pensare a fiumi salvaguardati dal punto di vista ambientale ma vanno puliti, curati ed è necessario sburocratizzare tutte le procedure per poterlo fare, premiando anche quei cittadini che intendono farlo di loro iniziativa o per interessi privati. Basta regolamentare". E ha poi lanciato un allarme: "Oggi parliamo di Trebbia e Nure, ma l'Arda e la diga di Mignano – che da 40 anni assolve un compito straordinari e non suo, sono una bomba a orologeria". 
 
Infine, il segretario comunale, Vincenzo Filippini, ha spiegato ai presenti che nei prossimi giorni verrà istituito nella frazione un centro per lo smistamento delle domande di risarcimento danni: "Ad ora, grazie al punto informatico che abbiamo installato, ci sono arrivate 300 richieste. Adesso vedremo, direttamente insieme alla cittadinanza, di compilarle in base a quattro criteri che coprano sia abitazioni che attività commerciali p agricole e gli addetti del Comune saranno a disposizione affinché questi moduli possano essere compilato nel miglior modo possibile".