Enrico è il primo. Lui, lo ha messo in nota: alle diciotto nel suo quartiere, in San Sepolcro, c’è il concerto organizzato da Acer in collaborazione con il conservatorio Nicolini. Alle cinque, un’ora prima dell’insieme ad Emilia, Emanuela, Renzo e Cristiana, si preoccupa che l’organizzazione fili liscia. Prese della corrente, prolunghe, riduzioni e, soprattutto, sedie. Anche se, diciamolo, le panchine non mancano. Pierpaolo Palazzo, chitarrista, Fruzna Lazlo, saxofono e German Montes De Oca, percussioni, scelgono lo spiazzo del giardino, proprio al centro del quartiere. Ibra, Ayoub, Dedi, otto e nove anni, fermano il pallone, lo utilizzano come sedia e iniziano il fuoco di domande incrociate agli artisti, alle prese con le prime note di riscaldamento. Anche loro, così dicono, suonano. Più che altro strimpellano. E gridano, cantano, giocano.
Alle prime percussioni è Niko a drizzare le orecchie. E’ il cane di Emanuela e, non c’è dubbio, anche lui gradisce il programma musicale. Anna e suo marito, più a lato, Pero e Paola insieme alla famiglia Rossi si avvicinano timidamente, ma le note hanno un’attrazione irresistibile: musica di tutta l’area Balcanica, Turca, Klezmer e Ungheria, oltre ai pezzi d’autore di PierPaolo Palazzo, maestro del gruppo Fandujo. «Siamo insieme da oltre un anno e mezzo e il nostro comune amore è per i ritmi non convenzionali e per la tradizione colta e popolare che unisce i territori e i popoli». E’ questo del resto il senso dell’iniziativa promossa da Acer: «Unire, attraverso il linguaggio universale della musica, le diverse realtà, aggregare le culture di popoli geograficamente lontani, in altre parole, integrare, imparare a stare insieme». Massimo Savi, presidente di Acer, sottolinea ancora una volta come «in questi anni, il processo di immigrazione ha reso più complesso il rapporto tra vicini di casa nella società e tra Acer e i suoi inquilini: come in musica gli artisti che suonano insieme devono trovare il giusto affiatamento e il corretto accordo, così nel nostro Ente si cerca di rendere il rapporto con gli inquilini più inclusivo, nel segno del rispetto e del sostegno reciproco. L’idea di un concerto nei nostri quartieri nasce proprio dalla volontà di favorire la conoscenza e superare paure infondate che frenano il percorso di coesione sociale indispensabile per crescere ed evolvere». Presenti, tra gli altri, il direttore di Acer Stefano Cavanna, il responsabile ufficio rapporti con l’utenza Vasco Maggi, il responsabile ufficio tecnico Attilio Pighi con Giuseppina Civardi e per l’ufficio gestione immobiliare Luca Marchesini. Il prossimo appuntamento è per domani, venerdì 25 settembre è alle 18 nel quartiere della Gardella, in via Corneliana. Sabato, sempre alle 18, a Barriera Farnese, sul Pubblico Passeggio.