Alluvione, animali in difficoltà. Legambiente e Wwf: “Sospendere la caccia”

Alla luce del drammatico evento alluvionale che ha interessato la provincia di Piacenza e che ha causato l'esondazione dei fiumi Trebbia e Nure,  le associazioni ambientaliste tra cui Legambiente, Lav e Wwf, non ritengono sufficiente il posticipo di una settimana della stagione di caccia, e con richiesta diretta principalmente alla Regione, hanno chiesto, ieri, il posticipo della stagione venatoria 2015/16 a data da destinarsi, sino alla verifica delle condizioni e della consistenza numerica delle popolazioni di fauna selvatica cacciabile stanziale ed immessa, in tutti gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) e gli Istituti Venatori a conduzione privatistica sul territorio provinciale. "Oltre alla gravissima perdita di vite umane, e ai consistenti danni subiti da persone ed attività economiche nell'ordine di milioni di euro, l'alluvione ha influito pesantemente e negativamente anche sulla fauna selvatica cacciabile e non. Sono state, infatti, diffuse immagini e notizie riguardanti l'alluvione sui social network di selvatici in gravissime difficoltà, sia durante la piena che tuttora. E' notorio che le specie lepre e starna erano già in gravissima difficoltà indipendentemente dall'alluvione, come del resto evidenziato nel calendario venatorio 2015/16, che ha posto condizioni per il prelievo di entrambe le specie, ma ora la situazione è ulteriormente peggiorata  e non può certo essere bastare una settimana a  risolvere la situazione. Si chiede quindi un atto di responsabilità reale a fronte della gravità di quanto accaduto, rinviando l'apertura a data da destinarsi, e sospendendo anche i piani di controllo,perché soprattutto questi creano forte disturbo alla fauna in generale, effettuando nel frattempo un serio monitoraggio in termini numerici delle specie cacciabili presenti sul territorio provinciale, direttamente o indirettamente interessato dall'alluvione perchè non sono certo sufficienti pochi giorni per consentire alla fauna, anche ferita, di riprendersi ed adattarsi a territori irreversibilmente modificati o in fase di ripristino. Il provvedimento della provincia, chiaramente di facciata, è  in realtà un atto dovuto vista la gravita della situazione".

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