L’oro rosso piacentino, la sua attualità e il suo futuro, viene raccontato con le parole scritte e le fotografie e mostrato alla città. “Il pomodoro piacentino, la nostra storia, la nostra tradizione, il nostro futuro” è il titolo del libro che sarà presentato da Steriltom e Arp lunedì alle 18 a Palazzo Galli (ingresso libero). Organizzato da Pomorete, Rete di imprese di Confapindustria, l’opera è importante per conoscere la nostra storia e quella dell’agroindustria piacentina. Il testo è la riedizione, rivista e aggiornata, del volume storico di Gustavo Zanetti, voluto dalla Banca di Piacenza nel 1997, intitolato "Le Fabbriche di conserva del pomodoro in provincia di Piacenza dalle origini ai giorni nostri". La stessa Banca, portabandiera della storia locale, ha concesso l’uso del testo.
«Steriltom e Arp hanno ritenuto un dovere ripubblicare il libro di Zanetti – afferma Dario Squeri, ad di Steriltom e presidente di Pomorete – attualizzandolo e riproponendo il suo grande valore storico. Va sottolineato come ormai per Piacenza il pomodoro è una scelta quasi di civiltà. Il processo di industrializzazione, a partire dagli agricoltori, nei primi del ‘900 si è relaizzato attraverso il pomodoro. E’ stata la prima industrializzazione in tutta la provincia. Oggi, il pomodoro è un riferimento in termini economici e sociali. E, sulla base di ciò che eravamo, dobbiamo ripartire per ridare valore alla nostra economia».
Anche Stefano Spelta, direttore generale di Arp, ritiene fondamentale il pomodoro per la nostra economia. «E’ piacevole ripercorrere la storia del pomodoro e della sua filiera – sostiene Spelta – e vogliamo aggiornare i cittadini sull’evoluzione sia della parte agricola sia della trasformazione, ma anche dell’industria e della cooperazione. Tutto ciò, non va dimenticato, muove cifre importanti. Per la nostra economia». Il direttore di Arp rimarca come «ricordare storia serva per valutare le evoluzioni future. C’è molta più collaborazione di quello che si pensi tra cooperazione e industria». La qualità indiscussa del pomodoro piacentino è «un elemento fondamentale per cui il pomodoro, che si distingue nel mondo. Il mondo chiede pomodoro italiano». Infine, Spelta evidenzia come «gli agricoltori piacentini siano i primi a sperimentare nuove tecnologie».
Il libro è stato realizzato dallo studio di comunicazione Santafranca60 in collaborazione con la Tipolito Farnese e ripercorre la storia del pomodoro a Piacenza, dalla sua produzione alla sua trasformazione. Un testo che, grazie agli aggiornamenti e alle immagini Foto Croce degli Archivi storici e Museo della fotografia di Piacenza e a quelle di Oreste Calatroni, mostra i cambiamenti avvenuti nell’agroalimentare.
La copertina realizzata da Angelo Ghezzi, il libro – con testi in italiano e in inglese, traduzione di Karen McAuley – introduce ai sei capitoli nei quali di racconta il pomodoro dalla scoperta in America, all’arrivo nei campi piacentini, alla nascita della Conserva (“la regina in cucina”). Il volume ha avuto il patrocinio di Padiglione Italia, a Expo, e sviluppa anche il rapporto tra pomodoro e salute Gli effetti benefici sull’organismo sono stati trattati da Filippo Rossi dell'Università Cattolica di Piacenza e da Mara Negrati, medico nutrizionista, dell'ASL. Non mancano, infine, le ricette di famosi chef piacentini.