Bettola piange Luigi Albertelli. “Siamo pieni di dolore, ma senza risposte”

 È' il tempo del dolore, dopo la paura, e prima della speranza per un paese che da domani proverà a rinascere e che oggi si è stretto attorno ai famigliari di Luigi Albertelli, 56enne guardia giurata e prima vittima dell'alluvuone che si è abbattuta su Bettola tra la notte di domenica e la mattina di lunedì 14 settembre facendo crollare la provinciale 654 su cui viaggiava Luigi durante il proprio turno di lavoro.

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Ad accoglierlo oggi per l'ultimo abbraccio nella chiesa di Padri di Bettola c'erano tanti colleghi dell'Ivri, le istituzioni con il sindaco Sandro Busca, l'assessore regionale Paola Gazzolo e il presidente della provincia Francesco Rolleri, ma soprattutto c'era una comunità intera in composto silenzio, vittima e protagonista di un cataclisma senza precedenti nella storia recente di Piacenza. Una manifestazione di affetto a cui è difficile, da piacentini, guardare con l'occhio distaccato del cronista e che riempie di orgoglio e commozione.
"Difficile parlare oggi – ha esordito don Angelo Sesenna nella sua omelia – ma una domanda sorge spontanea: come e' potuto accadere tutto questo? Perché Luigi e' stato improvvisamente chiamato alla vita eterna? Siamo pieni di dolore e senza risposte. Per questo ci affidiamo alla Misericordia del Signore. Dio non si diverte a far soffrire i suoi figli ma è in mezzo a noi affinché ci affidiamo a lui. Tutta la comunità e' vicina alla famiglia di Luigi in questo momento".
Ma proprio nel dolore – ha continuato il parroco – bisogna raccogliere le forze e lasciar posto alla speranza, la speranza per la vita che continua.
Qui oggi ci sono abitanti della Valnure e della Valtrebbia che hanno perso i loro beni e le loro case. Che il signore ci aiuti a riprendere il nostro cammino".
Al termine della cerimonia, la salma di Luigi Albertelli, nel giorno in cui Bettola proclama il lutto cittadino, e' stata accompagnata al vicino cimitero di Padri, attorno a cui si è radunata una folla inverosimile di persone provenienti da ogni angolo di Piacenza.
A Bettola, intanto, alle bandiere a mezz'asta e listate a lutto, fanno da contraltare i lavori di abitanti e volontari, che attrezzi da lavoro alla mano, procedono senza sosta per ridare al paese il suo vero volto. Perché oggi c'è tanta voglia di piangere, ma anche di ripartire.