L’escalation dei danni, degli incidenti e delle aggressioni, che hanno causato purtroppo anche vittime in varie parti d’Italia, è il risultato dell’incontrollata proliferazione degli animali selvatici con il numero dei cinghiali che quest’anno ha superato il milione a livello nazionale e le 100 mila unità in Emilia Romagna, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città. E’ quanto afferma Coldiretti Piacenza nel commentare il drammatico incidente causato dallo schianto fatale tra un'auto e un cinghiale nell’aquilano dove ha perso la vita un 39enne. La situazione, fanno sapere dall’Organizzazione, sta diventando insostenibile anche per la sicurezza stradale di Piacenza dove si contano oltre 100 incidenti in un anno in tutta la provincia causati dall’attraversamento improvviso dei selvatici.
“Negli ultimi dieci anni, denuncia Adriano Fortinelli, responsabile del settore caccia per Coldiretti Piacenza, il numero dei cinghiali è praticamente raddoppiato sul territorio nazionale e a livello regionale. La sicurezza nelle aree rurali e periurbane è pertanto in pericolo. I cinghiali sono di gran lunga il tipo di ungulati più numeroso nel nostro territorio, che stanno invadendo campi coltivati, centri abitati e strade rappresentando un grave pericolo per l’incolumità delle persone.”
In Emilia Romagna il cinghiale è infatti di gran lunga, tra tutti gli animali selvatici, la specie più dannosa: su circa 2 milioni di danni alle aziende agricole accertati nel 2014, ben 600 mila euro sono provocati dai cinghiali.
“Ai danni all’agricoltura, prosegue l’esperto, si aggiungono poi gli incidenti ad animali domestici e a persone che rendono il problema ungulati sempre più di carattere sociale ed ambientale oltre che economico per le aziende agricole che investono sul territorio e che si trovano a lavorare in situazioni drammatiche.”
“Da anni, commenta Niccolò Lavezzi, allevatore di Momeliano e dirigente di Coldiretti Piacenza, facciamo presente agli enti preposti l’inefficienza e l’inadeguatezza della gestione della fauna selvatica che evidentemente mostra carenze in tutto il territorio nazionale; il pericolo era già da tempo ventilato per questo è con rammarico che apprendiamo delle vittime di questi giorni in Sicilia ed in Abruzzo. Non si tratta più solo di una questione di risarcimenti ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone e della vita nelle campagne e nelle aree periferiche delle città.”
“Chi opera nelle aree montane e svantaggiate, conclude Lavezzi, si trova ad affrontare la possibilità sempre più reale di non poter proseguire l'attività agricola messa a repentaglio dal continuo ed indisturbato razzolare di questi animali e dalle insufficienti azioni di risarcimento.”
Di fronte al moltiplicarsi dei danni provocati da cinghiali ma anche nutrie, storni ed altri animali selvatici gli agricoltori di Coldiretti chiedono una riforma della disciplina che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio. E’ stato anche elaborato dalla Coldiretti un documento di base, sul quale si è avviato un proficuo confronto, che costituisce una prima proposta da approfondire e che rappresenta l’avvio di un comune percorso di lavoro per arrivare ad una più efficace e ampia analisi degli interventi finalizzati ad organizzare forme di programmazione di lungo periodo.