Prima avrebbe minacciato i commercianti cui faceva visita paventando multe per “irregolarità gravissime”. Poi li avrebbe taglieggiati per ottenere favori e piaceri. In cambio, avrebbe “chiuso un occhio”. Sono gravissime le accuse di cui deve rispondere un 59enne ispettore capo della Polizia Municipale di Piacenza, indagato e attualmente sospeso dal servizio: vanno dal peculato alla truffa e alla concussione. E’ dal 2013 che l’agente, in servizio da tantissimi anni presso il comando di via Rogerio, è finito nel mirino della procura. Sotto la lente degli investigatori, gli strani rapporti che avrebbe intrattenuto e coltivato negli anni con alcuni commercianti. Stando alle risultanze investigative finora emerse e illustrate nel corso di una conferenza stampa con il sostituto procuratore Antonio Colonna, si tratterebbe di veri e propri taglieggiamenti e abusi di potere per fare pressioni su alcuni esercenti. Alcuni colleghi avrebbero intuito una serie di irregolarità nell'operato dell'ispettore iniziando a segnalarle. Quindi è stata coinvolta nelle indagini anche la Guardia di finanza: pedinamenti quotidiani avrebbero inizialmente rilevato come l'ispettore durante il servizio si dedicasse a commissioni personali con auto di servizio e in divisa. Non solo, attraverso ulteriori indagini gli inquirenti avrebbero scoperto che l'ispettore minacciava gli esercenti di sanzioni e provvedimenti fingendo di aver individuato irregolarità gravissime. In cambio dell'immunità, cominciava a entrare nelle vite dei commercianti, prima chiedendo il numero di cellulare, poi chiedendo favori e piaceri a livello personale. Tra le persone prese di mira vi erano due categorie: il commerciante che in effetti non era in regola per vari motivi e che quindi faceva favori all'ispettore affinché chiudesse un occhio; e il commerciante in regola che però nel dubbio, per il quieto vivere o per mettere fine alle vessazioni concedeva piaceri. Alcuni testimoni hanno raccontato che questo atteggiamento andava avanti anche da 10 anni. Ad essere presi di mira ambulanti del mercato cittadino, ma anche negozianti di varie zone della città: in sostanza se l'ispettore necessitava di ristrutturare casa si recava in un cantiere edile e si appropriava di materiale utile ai suoi scopi, in altri casi si trattava semplicemente di prendere il caffé al bar per poi salutare e uscire con tranquillità senza pagare. E poi ancora cassette di frutta, giornali in edicola, legna per la stufa: tutto materiale di cui l'agente si impossessava alla luce del sole, davanti agli occhi pazienti dei titolari, e senza pagare. In molti casi bastava una telefonata con cui ordinava merce di vario tipo: "Il suo ormai era diventato un vero e proprio stile di vita, aveva creato con questi esercenti delle relazioni ormai consolidate e manteneva quotidianamente questi atteggiamenti ormai tollerati dai commercianti rassegnati" spiega il pm Colonna.
L’indagine è scattata dopo un esposto anonimo alla Procura ed è nata proprio in seno alla Polizia Municipale come spiega il comandante Stefano Poma: “Non appena abbiamo avuto il sentore di un comportamento simile abbiamo deciso di vederci chiaro. Anche perché il rischio è che la cittadinanza consideri questi comportamenti non come isolati e deprecabili, ma come parte del normale modus operandi della polizia municipale. E questo noi non lo vogliamo: di fronte a casi come questo la polizia municipale è la prima a pretendere pulizia al proprio interno ed è la prima a voler ripristinare l’ordine e la correttezza. Per questo abbiamo voluto essere noi a dare il via alle indagini, proprio per lanciare un messaggio forte ai piacentini. Non solo, il gip ha disposto la sospensione dal servizio per un anno, dal canto nostro abbiamo la possibilità di avviare un’indagine interna dal punto di vista disciplinare che può portare anche al licenziamento. La polizia municipale è al servizio dei cittadini, è amica dei cittadini e così sarà sempre”.
Le accuse sono di peculato d'uso per l'utilizzo ai fini privati del veicolo del servizio; truffa alla pubblica amministrazione per tutte le volte che si sarebbe dedicato a commissioni private in orario di servizio; truffa per un certificato medico falso, (si sarebbe fatto certificare un violento problema alla schiena ma è stato beccato a caricare e scaricare porte da diversi chili), concussione nei confronti di 12 persone, infine induzione indebita. La Procura ha chiesto la custodia cautelare in carcere ma il gip ha ritenuto sufficiente allontanare l'ispettore dal proprio ruolo. Al momento le indagini non sono ancora chiuse. L’ispettore è difeso dall’avvocato Paolo Veneziani.