Si era ricostruito una vita in Belgio. Con un altro nome, una moglie, tre figli piccoli, un lavoro poco stabile da muratore. Ma senza più quella temutissima lacrima tatuata sotto l'occhio. Ci sono voluti sedici anni per catturare l'albanese Erion Sejdiraj, 36 anni. Aveva 20 anni nel 1999 quando, insieme ad altri due connazionali, rapinò, violentò e uccise la prostituta ecuadoregna Betty Ponce Ramirez Yadira gettandone poi il corpo in un canale a Mortizza. Un omicidio cruento maturato nell'ambito della guerra tra clan per assicurarsi il racket della prostituzione a Piacenza. Gli uomini della Catturandi del Nucleo operativo dei carabinieri di Piacenza hanno mantenuto la promessa fatta ai famigliari della ragazza sudamericana: "Cascasse il mondo, lo troveremo". E così è stato. Senza trascurare alcun particolare e dopo aver ricostruito gli spostamenti dell'uomo in questi anni, i militari hanno fiutato la pista giusta e grazie alla collaborazione dell'Interpol e del Sirene sono riusciti ad assicurare alla giustizia un uomo il cui nome era stato inserito nella lista del Ministero degli Interni dei latitanti più pericolosi e che per quell'omicidio era stato condannato all'ergastolo. Ben 10 alias non gli sono bastati. Su input degli uomini dell'Arma, le autorità del Belgio lo hanno prelevato lunedì mattina alle 7 mentre usciva dalla sua abitazione a Guelwe, paese di 7500 abitanti nelle Fiande occidentali dove si era trapiantato a partire dal 2006 e dove viveva sotto il faslo nome di Erion Jmeri. Fondamentale, oltre all'ausilio del procuratore capo Salvatore Cappelleri, l'intuito dei militari, poche settimane fa, nell'intercettare una telefonata dal Belgio in cui Sejdiraj parlava con il fratello maggiore dell'imminente riunione in famiglia che il padre voleva organizzare a Valona per discutere dell'eredità con i congiunti. "E' lui l'uomo che cerchiamo" hanno pensato gli indomiti investigatori che hanno sudato le proverbiali sette camicie per convincere le autorità del Belgio che quell'uomo cui avevano dato la cittadinanza era un assassino. Non che in Belgio si fosse comportato meglio visto i precedenti per rissa e tentato omicidio. Ma tant'è. Fotografie e impronte digitali hanno tolto ogni dubbio. Ora Sjdiraj è in cella in Belgio e si attendono le procedure per l'estradizione che sono già scattate (entro 90 giorni il responso).
"Non solo era doveroso continuare le ricerche per senso di giustizia – ha detto il sostituto procuratore Antonio Colonna nel complimentarsi con gli investigatori comandati dal maggiore Massimo Barbaglia – ma era eticamente corretto non mollare per dare alla famiglia della donna uccisa la soddisfazione morale che meritava. Tante volte avere una sentenza non basta, la giustizia deve essere concreta".
Per quell'omicidio, su cui allora aveva indagato il piemme Maurizio Boselli, qualche anno fa era stato arrestato anche Ziu Robert, condannato a 23 anni di carcere, che nel frattempo aveva trovato rifugio in America e che nei giorni scorsi ha chiesto anche la grazia al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. All'appello manca il terzo uomo Fatmir Vangjelai, le cui ricerche sono ancora in corso.
LA CATTURA DI ROBERT ZIU NEL 2005
Da un oblio lungo più di sei anni, spunta una storia di orrore e di morte. La storia di un omicidio avvenuto verso la fine del '99, una lucciola seviziata da tre albanesi che, per convincere il suo «protettore» a pagare per salvarle la vita, gli fecero sentire le sue urla al telefono. Vanamente. E allora la strangolarono. Uno di quei tre assassini, sospettati di essere un serial killer di prostitute, altre quattro uccise tra Emilia, Lombardia, Campania, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo operativo di Piacenza all'aeroporto di Fiumicino. Si tratta di Robert Ziu, 32 anni, albanese di Valona, ricercato dal 2000 per l'omicidio di Betty Yadira Ponce Ramirez, lucciola ecuadoriana di 20 anni. L'assassinio era avvenuto alla periferia di Piacenza, sulle rive del Po, nel dicembre del 1999.