Piacentini generosi? Non sempre. Infatti, almeno in questo caso, si può dire che hanno avuto poca sensibilità verso il patrimonio culturale del territorio. Lo testimoniano le elargizioni pervenute al Comune di Piacenza attraverso la formula dell’Art Bonus. Grazie al decreto, poi convertito in legge da parte del governo, in un anno l’unica donazione arrivata è stata quella di 10 euro. E neppure da un cittadino residente sul territorio.
L’Art Bonus è il progetto di mecenatismo – lanciato dal ministro per i Beni e le Attività culturali, Dario Franceschini– che permette di finanziare il restauro di monumenti, musei e biblioteche, adottando i beni a proprio nome e ottenendo di contro un credito d’imposta sulla dichiarazione dei redditi da scaricare dalle tasse l’anno successivo.
E nel commentare la circostanza, l’assessore al Bilancio, Luigi Gazzola, ha faticato a non scoppiare in una risata: “Non so che effetto abbia avuto nelle altre città – ha spiegato – però, per quanto riguarda noi, ha prodotto questo unico versamento da parte di un varesotto, il quale ha deciso di destinare la somma di 10 euro al nostro Comune”.
Certo, Piacenza non è Firenze, dove la nuova legge ha invece prodotto negli ultimi 12 mesi introiti per 18 milioni di euro o Pisa per 5 milioni. Però il divario, alla luce di questo dato, appare decisamente esagerato.
Anche perché, ha aggiunto Gazzola, “questa donazione così esigua ci ha comportato un lavoro di rendicontazione e, alla fine, lo sforzo fatto ha richiesto un esborso maggiore alla cifra donata”.
Molti i motivi che possono aver portato i mecenati piacentini a non utilizzare questo strumento normativo, non da ultimo la complessità burocratica del metodo.
Ma non solo, come ha cercato di presumere sempre l’assessore al Bilancio: “E’ difficile trovare, in una fase economica come questa, persone disposte a finanziare la cultura e le arti. Ci sono, sicuramente in altre città, benefattori, mecenati, aziende, associazioni di categoria che sostengono manifestazioni e lavori di valorizzazione. A Piacenza, forse, si fa più fatica o le iniziative non sono così appetibili. Poi dipende dai tessuti economici e dalle tradizioni. Non mancano le sponsorizzazioni a manifestazioni locali, però sicuramente non si registrano grosse destinazioni di fondi per interventi specifici, anzi, credo non ne abbiamo mai avute”.
Una situazione desolante, tanto che ha aggiunto: “Ricordiamolo che esiste questa possibilità, magari qualcuno volesse contribuire fa ancora in tempo a farlo per il 2015, anche se a me, per ora, non risulta”.