Le sponde del fiume Po sempre più preda di pescatori di frodo, tant’è che alcuni amanti del Grande Fiume hanno iniziato a “pattugliare” le rive durante la notte. Lo spiega Fabio Bersani, appassionato di Carp Fishing, pratica sportiva che prevede il rilascio dei pesci tra le acque subito dopo aver avuto la meglio sui potenti animali. “Sono animali molto forti e di grandi dimensioni (possono addirittura superare i 20 chili di peso) e il bello sta proprio nel ‘combattimento’ che a volte può durare anche un quarto d’ora se non di più – spiega Fabio – una volta riusciti a trascinare a riva la carpa però, la adagiamo su un materiale appositamente creato per non ferire il pesce, scattiamo una foto ricordo e lo rilasciamo nel fiume”. Fabio lavora per Ultima, un’azienda inglese che lo incarica di sperimentare e collaudare le varie strumentazioni che di mano in mano vengono inventate: “Sono strumenti studiati per garantire il massimo comfort per il pescatore e il rispetto per la salute del pesce. Il Carp Fishing è una pratica che non danneggia gli animali e l’ecosistema”. Danni che invece provocano i bracconieri, problema che Fabio conosce molto bene: “Per la maggior parte si tratta di gruppi provenienti dalla zona di Rovigo, nel Veneto, area in cui il fiume è stato ormai tristemente svuotato da questi stessi banditi che ora, proprio per questo, si sono spostati a Piacenza. Sono persone in possesso di regolare tesserino ma che praticano l’attività in maniera del tutto illegale. Innanzitutto perché utilizzano strumenti proibiti dalla legge, secondariamente perché il loro scopo non è divertirsi, bensì recuperare il pesce e rivenderlo clandestinamente. Questo rappresenta un pericolo per l’ambiente, dal momento che in questo modo, ben presto, anche il Po piacentino sarà privato della sua fauna. Rappresenta, però, un pericolo anche per la salute delle persone perché il Po è stato dichiarato fiume ufficialmente inquinato essendo altissimi i livelli di piombo: mangiare il pesce del Grande Fiume è dunque molto pericoloso”.
Fabio, come altri appassionati, ha così deciso di iniziare a pattugliare il fiume, soprattutto di notte: “Saliamo sulle nostre barche e percorriamo il corso d’acqua, se ci imbattiamo in qualche pescatore sospetto chiamiamo i carabinieri. Ci accorgiamo delle presenze non gradite perché questi bracconieri, spesso provenienti dall’Est Europa, si recano sulle rive del Po con furgoni freezer facilmente riconoscibili. Chiaramente abbiamo paura perché si tratta di veri e propri banditi, persone con ogni probabilità pronte a tutto pur di non finire nei guai. Però è una questione delicatissima e il problema estremamente concreto. Con queste bande il nostro fiume è davvero in pericolo”.