Libri banditi a Venezia, la lotta dell’autore Corradini: vietate anche i miei

 C’è anche uno scrittore piacentino tra quelli che più o meno un mese fa hanno chiesto al neo sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, di bandire i loro libri. Si tratta di Matteo Corradini, nativo di Borgonovo, che oltre a scrittore è anche ebraista (fu suo il discorso che il noto attore Ben Kingsley pronunciò questo gennaio per il 70° anniversario della liberazione dei lager tedeschi). Non ha potuto tollerare la prima ordinanza del nuovo sindaco che consisteva, come aveva già promesso in campagna elettorale, nel bandire alcuni libri dalle scuole comunali perché inneggianti all‘ideologia gender. “Un’ideologia leggermente fumosa, che ancora non si è capito bene cosa voglia dire” commenta Corradini.

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“Noi scrittori non siamo entrati nel merito di una polemica più vasta, che ultimamente va tanto di moda” continua “ormai si parla tanto di gender, che altro non è che la traduzione inglese della parola ‘genere’, solo che dirlo in inglese è più minaccioso. Noi, però, siamo entrati soltanto nel merito della questione, cioè che i 49 libri non parlavano dell’argomento gender, soltanto due facevano riferimento diretto a famiglie omosessuali.”

Censura che ha molto colpito Corradini il quale, dopo essersi consultato con altri scrittori, ha deciso, insieme allo scrittore e illustratore Andrea Valente, di promuovere una lettera, firmata da chiunque volesse e avesse pubblicato almeno un libro a livello nazionale, per chiedere a Brugnaro di bandire anche i loro libri. “Non ci andava di fare un qualcosa di promozionale, perché adesso, quando fai qualcosa, rischi di essere tacciato come uno che vuole vendere qualche copia in più”  spiega Corradini  “quindi abbiamo deciso di chiedere di ritirare anche le nostre pubblicazioni, perché non ci va di stare  in un luogo dove vengono ritirati dei libri, tra cui anche dei super classici della letteratura per ragazzi con un grandissimo valore formativo”.
In poco tempo hanno raccolto, oltre alle loro, altre 261 firme tra le quali anche quelle di Michele Serra, Pierdomenico Baccalario, Licia Troisi e Michela Murgia. Scrittori esordienti e scrittori già navigati della letteratura per ragazzi e per adulti si sono uniti per sottoporre al sindaco la loro insolita richiesta. La lettera è stata spedita il 14 luglio al Comune di Venezia, ma non ha ricevuto risposta. 
“Naturalmente non ce la aspettavamo” dice lo scrittore piacentino “ma la lettera è stata rilanciata dalla stampa a livello nazionale ed europeo. Ne hanno parlato il Corriere, La Repubblica, il Guardian e alcuni giornali  veneziani come la Nuova Venezia, mentre di recente ci ha contattato anche il New York Times“.
Ma non è stata soltanto la rilevanza avuta da questa lettera la vittoria degli scrittori. Infatti il Comune di Venezia ha ‘riabilitato’ 47 dei 49 libri. “Si sono accorti che non parlano di gender, ma di temi legati alla propria identità, all’autostima e alcuni anche di famiglie separate, come quella di Brugnaro stesso. Questi libri hanno aiutato tanti bambini, non parlano solo di omosessualità, ma anche di molti argomenti diffusi e profondi” illustra lo scrittore “e noi abbiamo voluto difendere i libri da questa arroganza politica che in campagna elettorale è libera di fare quello che le pare.”

Ma la battaglia non finisce qui, come aggiunge Corradini “Noi vogliamo che tutti vengano riammessi, perché anche i due che loro considerano pericolosi parlano di realtà che esistono già. Difendere un libro non vuol dire difendere le idee di quel libro, ma vuol dire sapere che può fare bene ai ragazzi o ai bambini che lo leggeranno. Molti ragazzi nel futuro prossimo si confronteranno con questa realtà, con l’idea che i loro compagni avranno due mamme o due papà, in Italia magari più lentamente, ma nel futuro sempre di più e questi libri aiutano a capire questa cosa come un qualcosa che fa parte di una storia, di un tessuto.”