Scommesse abusive e ‘ndrangheta, sequestrate quattro sale gioco piacentine

Scommesse illegali gestite da una società riconducibile ad alcune cosche della ‘Ndrangheta calabrese. Anche la provincia di Piacenza risulta coinvolta nella maxi operazione “Gambling”, condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Eseguita lo scorso 22 luglio, l’inchiesta ha portato a ben 41 arresti (28 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 13 misure cautelari degli arresti domiciliari), 6 misure cautelari non detentive, nonché il sequestro di 11 società estere, 45 imprese operanti sul territorio nazionale, 1500 punti commerciali, 82 siti web nazionali e internazionali e innumerevoli immobili, il tutto per un valore stimato pari a circa 2 miliardi di euro. Ebbene tra i 1500 punti commerciali finiti sotto sequestro risultano anche quattro sale gioco di Carpaneto, Pontenure, Fiorenzuola e Castelsangiovanni, individuate grazie alla collaborazione dei carabinieri di Piacenza e Fiorenzuola.

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L’operazione ha permesso di portare alla luce un’associazione a delinquere di stampo mafioso che avvalendosi di società estere di diritto maltese ha esercitato abusivamente l’attività del gioco e delle scommesse sull’intero territorio nazionale, così riciclando ingenti proventi illeciti.

Attraverso le imprese operanti nel mercato dei giochi e delle scommesse a distanza e dislocando in Stati esteri i server per la raccolta informatica delle giocate e la loro gestione il gruppo ha aggirato la normativa che regola il settore, realizzando consistenti profitti, poi reinvestiti per l’acquisizione di ulteriori imprese e licenze estere e nazionali per l’esercizio ancora più esteso e remunerativo delle attività.

Sale gioco utilizzate per il riciclaggio di denaro sporco dunque con i quattro esercizi piacentini che parrebbero far parte di questa rete.