“Andiamo a rubare in Italia, è più facile”. Gang bloccata dai carabinieri

"Basta. Rientriamo in Italia perché lì è più facile rubare". Dalla Germania il capo della gang rumena dà l'ordine ai suoi di concentrarsi sui colpi nel Belpaese, a suo avviso decisamente meno rischiosi. Si sbagliava. Perché gli occhi e le orecchie dei carabinieri di Rivergaro, comandanti dal maresciallo Roberto Guasco, osservano, sentono tutto ed entrano in azione. Piovono così sette ordinanze di custodia cautelare che fruttano quattro arresti, gli altri tre sono forse scappati in Romania, ma la procura avverte: "Contiamo di prenderli". Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al furto. Tra gli arrestati c'è anche il boss, un 36enne, mente di una banda capace di mettere a segno otto maxi-furti in negozi e centri commerciali in soli 40 giorni. Mica ridere. Nel gruppo c'è una donna e ci sono altri cinque rumeni di età compresa tra i 20 e i 35 anni. "Rubare era il loro mestiere" hanno commentato il procuratore capo Salvatore Cappelleri insieme con il sostituto Emilio Pisante spiegando come l'attività sia scaturita dalla tenacia e dal brillante intuito investigativo dei militari della stazione della Valtrebbia. In una conferenza stampa sono stati svelati numerosi dettagli dell'operazione. 

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La banda di rumeni, che aveva il quartier generale a Cesenatico e che prevedeva un fitto turn over tra i suoi componenti, aveva preso di mira due volte un negozio d'ottica a Rivergaro, colpito l'ultima volta nell'aprile scorso, già visitato almeno altre due in passato, "e probabilmente di nuovo meta futura". Nell'ultima circostanza avevano sottratto 40mila euro di occhiali poi ercuperati dalla Polfer nei giorni scorsi mentre stavano per essere piazzati a un ricettatore a Parma. I militari hanno anche smascherato altri furti in Romagna, in Umbria, ad Arezzo. "Ma il numero di colpi messi a segno è impressionante" è stato spiegato. Un modus operandi collaudatissimo: agivano di notte, spaccavano le vetrine con dei tombini, una volta dentro in pochissimo tempo saccheggiavano i negozi. Poi, una volta fuori nascondevano la refurtiva nei campi circostanti e la facevano recuperare il giorno seguente dalla donna del gruppo, per dare meno nell'occhio. Non passava giorno senza che la banda fosse impegnata: perlustrazioni, furti, recupero refurtiva. Un'attività incessante che prevedeva anche parecchi furti di gasolio per rifornire l'auto con cui cui giravano. Intanto però, da qualche mese i carabinieri si erano accorti di loro e li tenevano d'occhio: qualche giorno fa, prima degli arresti, il maresciallo Guasco e un suo uomo, in borghese, stavano bevendo un drink insieme.