Squalifica Rizzo, scoppia il caso: “Sono innocente, querelo per diffamazione”

 E’ un fiume in piena Salvatore Rizzo, l’istrionico dirigente del Royale Fiore, bonariamente conosciuto da tutti come Totò, dopo la seconda squalifica che rischia di tenerlo lontano dai campi fino al 2022. E non solo si difende, dicendo: “Non ho insultato l’arbitro”, ma parte al contrattacco: “Ho già contattato il mio legale perché sono pronto a presentare una denuncia per diffamazione. C’è un video che certifica quello che dico”. 

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Un video, che trovate in allegato, per la verità non chiarissimo, ma nel quale pare che, a parte aver varcato la linea, il dirigente (in maglia bianca) non si avvicini o rivolga all'arbitro. 

Ma al di la di questo, non ci stà Rizzo a dover scontare 7 anni di squalifica, da quanto stabilito dal giudice sportivo: fino al 2020 per l'aggressione alla terna arbitrale nel maggio scorso durante il playout tra Royale Fiore e Medesanese. E ora per altri 2 anni, da scontare a partire dal 13 maggio 2020 e fino al 13 maggio 2022, a causa di quello che sembra essere successo durante la finale del Torneo Libertas di qualche settimana fa.

Il referto dell’arbitro mette nero su bianco che Rizzo avrebbe "urlato in maniera esagitata incitando i suoi calciatori a non rientrare in campo nel secondo tempo per continuare la gara per effetto di una decisione dell'arbitro che non aveva condiviso. Nel frattempo lo stesso Rizzo rivolgeva frasi minacciose e irriguardose reiterandole contro l'arbitro prendendo a calci la porta dello spogliatoio e promettendo all'arbitro male fisico".

Questa seconda squalifica tiene conto del fatto che in virtù della precedente squalifica di 5 anni, il dirigente non avrebbe potuto entrare sul terreno di gioco perché inibito dal Giudice Sportivo di Bologna e della reiterazione della squalifica.

“Non ho fatto niente” premette Totò ai nostri microfoni. E prosegue: “E’ vero solo che ho oltrepassato la linea del campo, però non ho minacciato l’arbitro. C’è un video che certifica cosa è successo e ho già chiamato il mio avvocato per fare un esposto alla Procura della Repubblica per diffamazione. Dal referto avrei inseguito l’arbitro minacciandolo, mentre l’arbitro si vede che passa tranquillamente di fianco a me e neanche ci rivolgiamo la parola”.

Un’ennesima stangata, per il dirigente del Royale Fiore, che però sembra non spaventarlo. Anzi, crede che si tratti di un metodo per tenerlo lontano dai campi: “Forse è perché sono un personaggio scomodo. Mi può star bene se faccio un errore come l’altra volta, lo pago. In questo caso ho solo chiamato un mio dirigente che non mi sentiva, varcando la soglia del campo. Stanno cercando in tutti i modi di tenermi lontano lontano dai campi – ha detto -. Ma è peggio così, perché io sono uno trasparente, che non riesce a stare zitto quando è ora, forse ogni tanto eccedo nelle reazioni ma non ho bisogno di nascondermi. Però qui sembra che si vada a cercare delle cose che non sono chiare, con accanimento. Se vogliono la guerra non mi tiro indietro, ma non solo nell’ambito sportivo, ma anche fuori”.

E’ un tipo sanguigno Totò Rizzo e la sua grande passione per il calcio, forse, gli ha giocato l’ennesima beffa: “Vivo per questo sport e quando si ama molto si commettono degli errori, però ho il dubbio che altri non lo amino così tanto e invece pensino a criticare, fare discussioni da bar e decidere come devono andare le cose. Pensi che ho chiamato il presidente della Figc, a livello personale. Volevo fargli vedere il video ma si è rifiutato di incontrarmi. Peccato non possa entrare in Fgic perché sono squalificato, perché vorrei proprio spiegarli come gira il mondo”.
Forse è meglio di no, questa volta. E che il dirigente si affidi alle vie legali, che pare intenzionato ad intraprendere attraverso il suo avvocato, Daniele Pezza.