La Canottieri Ongina saluta la "bandiera" Alberto Merli. Dopo tredici stagioni consecutive in giallonero, il centrale piacentino – classe 1981 – saluta Monticelli e il volley giocato a causa di un problema alla spalla. "Ciube" (questo il suo storico soprannome) è stato un punto di riferimento tecnico e umano per la società piacentina, che lo ringrazia di cuore per questa lunghissima avventura insieme. Ottimo centrale, ma soprattutto ragazzo educato, mai sopra le righe: un elemento perfetto, a maggior ragione in un ambiente familiare come quello della Canottieri Ongina.
"In 13 stagioni – spiega Merli – si è creato un rapporto speciale; al nostro livello, principalmente si guarda il livello umano e a Monticelli sono stato benissimo, con un rapporto diretto e fraterno con tutti. Quella maglia (la sua numero 9, ndc) la senti attaccata alla pelle: del resto la Canottieri Ongina è una parte della mia vita, avendo trascorso 13 dei miei 33 anni. Smetto per problemi alla spalla; cosa farò? Mi spiacerebbe abbandonare completamente il volley: mi piacerebbe trasmettere qualcosa ai ragazzi, anche se devo fare i conti con il lavoro".
Qui di seguito il suo saluto personale.
"Diciannove anni fa e avrei voluto fossero di più, un professore, Tiziano Barboni, mi chiese di provare a dare due schiaffi al pallone. Certo, un ragazzino di 14 anni, quasi due metri la cui coordinazione non era il suo forte ,non sarà stato bellissimo da vedere, ma fu così che la pallavolo arrivò ad essere la parte fondamentale di me, il mio svago più totale: bastava guardare quel pallone e tutto passava, così per magia. La pallavolo mi ha insegnato lo spirito di sacrificio, a saper affrontare e apprendere dalle sconfitte, a gestire le vittorie con la consapevolezza che alla partita successiva era ancora tutto da dimostrare. La pallavolo mi ha insegnato a confrontarmi con i miei limiti ma anche ad acquisire consapevolezza del mio potenziale. Qualche anno nella Libertas Volley Ball dove ho conosciuto persone magnifiche e compagni di squadra che sono diventati amici poi, nel 2002, dopo un torneo in quel di Cremona, con quelli che erano i ragazzi del Monticelli (Gallo, Cello, Cilda) arrivò la telefonata del presidente Fausto Colombi… beh, non esitai un secondo, con loro ero stato troppo bene, mi sentivo a casa… e da allora per 13 anni quella palestra diventò veramente la mia seconda casa. Anni che mi porterò dentro per sempre, immagini scandite nella mente, emozioni tatuate nel cuore… I ricordi, i flash sono talmente tanti e tanta è la commozione che faccio fatica ma tra tutti sicuramente spiccano le due promozioni in B1 guadagnate sul campo, con sudore fino all’ultima partita… Un grazie particolare a chi in questi anni ha iniziato col farmi conoscere questo sport, a chi mi ha allenato, a chi ha condiviso con me vittorie, sconfitte e viaggi in pullman o in aereo, a chi mi ha insegnato che dalle sconfitte si può imparare, a chi ogni sabato era sugli spalti a tifare, a chi tutti i giorni ha condiviso con me ore di allenamento e non per ultimo a chi non ho potuto dire grazie perché è volato via".