Pochi millimetri e sarebbe morto. La lama del coltello da cucina con cui Akim, tunisino 50enne, è stato ferito brutalmente ieri sera nei pressi del Bar Sport di via Alberoni, di fronte al giardino Merluzzo, gli è arrivata a soffio dalla giugulare. «Non so perché abbia fatto una cosa del genere, è incredibile. Anche perché lo conosco quel ragazzo, lo conosciamo tutti noi "compaesani", e non avevo mai avuto alcuna discussione, nessuno scontro». Akim è in un letto d'ospedale, nel reparto di Medicina d'urgenza del Guglielmo da Saliceto di Piacenza; sul lato sinistro della gola e del volto vistosi cerotti bianchi coprono lo squarcio che ieri sera, martedì 1 luglio, poco prima delle 22, gli è stato provocato dal fendente sferrato (si ipotizza) da Wajdi Axim, tunisino 29enne, in Italia da tre anni. «Io sono qui da 24 anni, invece – sottolinea Akim – e ormai vivo come voi italiani, mangio e bevo nonostante il ramadan. Forse è questo che ha dato fastidio, che ha offeso. Ma non avrei mai creduto che potesse accadere una cosa del genere».
Motivi religiosi, dunque? Non si sa di preciso ma è un'ipotesi che è stata presa in considerazione dallo stesso ferito e dalle persone a lui vicine. Una “radicalizzazione” dell'atteggiamento che nell'ultimo periodo i conoscenti dello stesso Wajdi avevano notato, senza però intuire che potesse portarlo a gesti estremi.
Erano numerosi i nordafricani che oggi si alternavano nella stanza in cui è ricoverato Akim per salutarlo, per sapere se avesse bisogno di qualcosa, per dimostrargli vicinanza in questo momento non certo facile.
Al ferito, stanco ma gentile e disponibile, abbiamo chiesto di ricostruire gli attimi prima dell'accoltellamento di cui ora deve rispondere il 29enne tunisino, arrestato poche ore dopo dai poliziotti della squadra mobile di Piacenza con l'accusa di tentato omicidio. «Ero al bar – racconta – quando mi si è avvicinato quel ragazzo, che conosco da tempo, e mi ha chiesto dieci euro. Gli ho risposto ironicamente dicendo che oggi sempre meno persone hanno dieci euro in tasca. Lui è uscito con lo zainetto in spalla senza dire nulla. Poco dopo mi ha accoltellato colpendomi alla gola da dietro».