Via Alberoni, forse motivi religiosi. Accoltellatore fermato prima della fuga

Era già pronto a lasciare Piacenza Wajdi Axim, il tunisino di 29 anni che ieri sera, mercoledì 1 luglio, avrebbe accoltellato un connazionale di 50 anni al culmine di una lite in un bar di via Alberoni. Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa in questura, il dirigente della Squadra Mobile Salvatore Blasco e il questore Salvatore Arena hanno spiegato i dettagli di quanto accaduto esprimendo soddisfazione per il lavoro compiuto in sinergia tra la Squadra Mobile e le Volanti, una collaborazione che ha permesso di individuare e arrestare l’aggressore meno di un’ora dopo il fatto. Fondamentale è stata la testimonianza di un avventore presente al bar Sport al momento della lite, un uomo che conoscendo bene  l’autore del gesto è stato in grado di fornire una descrizione dettagliata  e il nome della persona. Dopo un breve controllo la polizia ha trovato il profilo del 29enne all’interno del proprio database avendo il tunisino precedenti per droga. A quel punto è stata diramata la foto del presunto responsabile a tutte le pattuglie che hanno avviato una vera e propria caccia all’uomo. Meno di un’ora dopo il tunisino è stato trovato a passeggio in via Cavour con un borsone in spalla: fermato dagli agenti, l’uomo avrebbe confessato di essere proprio lui “l’autore di quel casino”. Nel borsone gli agenti hanno invece trovato contanti e numerosi capi d’abbigliamento: non è dunque da escludere che lo straniero avesse intenzione di fuggire e lasciare Piacenza. Alla fine il sospetto è stato condotto in questura dove avrebbe fornito una seconda confessione senza però verbalizzarla. Da questa mattina si trova rinchiuso nel carcere delle Novate con l’accusa di tentato omicidio.

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LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI

Secondo le testimonianze dei clienti presenti in quel momento al bar Sport, i due si sono ritrovati nella saletta sul retro del locale a giocare ai videopoker, ognuno di fronte alla sua slot. Intorno alle 21,30 tra i due sarebbe nata una discussione, non è chiaro però l’argomento del contendere. Sta di fatto che poco dopo il 29enne avrebbe estratto un lungo coltello con il quale avrebbe ferito il collo del 50enne. Subito dopo aver sferrato il fendente l’aggressore è corso fuori dal bar gettando a terra uno zaino con all’interno il coltello. Subito dopo è uscito il 50enne che tentando di tamponare con la mano la ferita si è recato in strada fermando un’auto di passaggio in quel momento. Assistito dagli altri avventori il 50enne è salito sulla vettura del generoso passante che lo ha così accompagnato al pronto soccorso di Piacenza. Il ferito è stato medicato d’urgenza, sedato e ricoverato. Le sue condizioni si sono rivelate meno gravi del previsto e nel corso della notte il tunisino è stato dichiarato fuori pericolo. Vanno riportate però le considerazioni dei medici: un centimetro di differenza e la lama avrebbe colpito la carotide causando quasi certamente la morte della vittima. Vittima che questa mattina, una volta ripresa conoscenza, avrebbe riconosciuto in fotografia l’aggressore.

Ora si tratta di capire cosa abbia originato la violenta lite: gli inquirenti lasciano aperte tutte le strade, dal regolamento di conti (considerati i precedenti per droga dell’aggressore) fino i futili motivi, passando addirittura per le motivazioni religiose. Il 29enne, infatti, risulterebbe essere un fervente islamico praticante, mentre il 50enne avrebbe una sensibilità religiosa meno marcata. Considerato che entrambi si trovavano in un bar e che in questo periodo si sta celebrando il Ramadan, non è da escludere che la vittima abbia infastidito il rivale consumando un prodotto in un orario non conforme al mese sacro. Al momento però, è bene dirlo, sono solo ipotesi e le indagini proseguono.