Guinness: la pizza più lunga del mondo. Davanti e dietro le quinte

È stata una corsa contro il tempo ma alla fine il risultato è stato raggiunto e… alla grande. In soli 20 giorni La Pizza +1, l’azienda piacentina leader nella produzione della pizza fresca in teglia, con la NIP (Nazionale Italiana Pizzaioli), ha organizzato e realizzato l’evento clou della Settimana Mondiale del Pomodoro all’Expo, conquistando il record per la pizza più lunga del mondo.

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Ripercorrere le tappe di questa straordinaria avventura, regala ancora oggi grandi emozioni perché è stata la vittoria per e di tutta l’Italia, rappresentata da tante aziende che hanno partecipato come partner tecnici, dai volontari di varie organizzazioni e dal coinvolgimento di eccellenze tecnologiche che hanno trovato soluzioni innovative come i forni mobili per la cottura della pizza.

Tutto è partito da un’idea del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, subito raccolta dall’Associazione della Settimana Mondiale del Pomodoro capitanata dal Sottosegretario all’Economia Paola De Micheli. Da lì al coinvolgimento de La Pizza +1, il passo è stato breve e la macchina organizzativa è subito partita. Calcoli, disegni, prove di cottura, progetti di “superteglie”… in venti giorni la sede piacentina è stata in fermento. L’impresa è stata condivisa con entusiasmo da tutto il personale de La Pizza +1. Anche i forni, per la “lunga frequentazione”, sono diventati “amici”: Nina, Pinta, Santa Maria, Lesmo e Parabolica, questi i nomignoli loro attribuiti. Mentre il personale tecnico pensava alla logistica, nei laboratori si elaborava una ricetta fatta di numeri impressionanti: 1700 kg di farina, 150 kg di olio extravergine, 1500 kg di polpa di pomodoro e 1700 kg di mozzarella. Tutti prodotti rigorosamente italiani.

Come ingrediente speciale: il lievito LPZ +1, selezionato da La Pizza +1 insieme ad alcune Università italiane.

Grande impegno ha richiesto anche la realizzazione di mappe cronoprogramma, volute dall’organizzazione di Expo, con una simulazione dettagliata del “cantiere” e indicazione del posizionamento di tutto il materiale – dai forni ai cavi elettrici – in ogni momento del tentativo di record.

Poi il grande giorno è arrivato. 12 tir hanno trasportato a Milano tutto il materiale di supporto e gli ingredienti per la realizzazione della pizza.

Sono state collocate anche le roulotte per il riposo degli 80 pizzaioli della NIP. Alcuni di loro avrebbero da lì a poche ore intrattenuto i visitatori dell’Expo con “acrobazie pizzaiole” per dimostrare che quel mestiere, oltre che fatica e impegno, è anche arte e talento.

Calata l’oscurità, si è accesa la sfida: la notte tra il 19 e il 20 giugno è scattata l’operazione Pizza Record.

Mani sapienti stendevano con precisione l’impasto per creare una base perfetta: evitare qualsiasi frammentazione della pasta era uno dei requisiti fondamentali per conseguire il record. Subito dopo, ecco chi distribuiva la passata e poi il pizzaiolo con la mozzarella ed infine la grande bocca dei forni che inghiottivano 3 m di pizza per volta.

 

Alle 12 la cottura era ultimata: lungo il Decumano un nastro infinito di pizza meravigliava i numerosi visitatori dei Expo assiepati lungo le transenne in attesa di festeggiare il record e di assaporare uno dei 30.000 tranci promessi.

È arrivato il momento del giudice ufficiale dei Guinness dei Primati, Lorenzo Veltri. Con precisione millimetrica, il metro ha segnato le sue tappe: una ogni 100 metri. Un passo alla volta verso il successo.. 1000… 1100.. 1150! Record! Record del mondo! La gioia è esplosa ma non era ancora finita: il nastro del giudice aveva ancora molta strada davanti a sé.

Alla fine 1595,45 m è stato il numero magico che ha consegnato il Guinness tra le mani del Cavalier Sante Ludovico de La Pizza + 1.

È stata una festa veramente per tutti anche grazie alla scelta di donare in beneficenza parte dei 30.000 tranci ricavati al Banco Alimentare di Milano e alla Caritas di Piacenza, associazione che da sempre La Pizza +1 sostiene.

Oggi oltre al diploma del Guinness, resta il ricordo di aver assistito a un’impresa storica e la consapevolezza che le aziende italiane, quando fanno squadra, vincono.