Giacomo Carini è uno dei talenti più genuini dello sport piacentino che negli ultimi 12 mesi ha regalato al suo club di appartenenza, la Vittorino da Feltre, ma anche a tutta la città grande lustro. Con la Nazionale italiana non solo ha conquistato il bronzo alle Olimpiadi Giovanili di Nanchino del 2014, ma si è ripetuto con uno straordinario argento ai Giochi Europei di Baku. Medaglia conquistata nella specialità che più di ogni altra predilige: i 200 farfalla, dove ha per altro fatto registrare il tempo di 1’57”46 che oltre alla seconda piazza gli ha fatto raggiungere il nuovo record italiano juniores nella categoria.
“Non mi aspettavo un risultato del genere – ammette il 18enne – anche se ero sicuro di poter fare bene, perché mi ero impegnato duramente negli allenamenti con Ponzanibbio e con tutto lo staff tecnico. Ho dato tutto ed i risultati si sono visti”
Il record, infatti, è stato abbattuto sia nella categoria Juniores, che in quella dei Cadetti: “Sono andato ben oltre alle aspettative. Volevo fare bene, ma non pensavo di raggiungere una medaglia e tanto meno il record. Sono molto felice: sicuramente è il secondo risultato più importante della mia carriera, senza contare che questa era la prima edizione dei Giochi Europei, per cui l’argento ha una valenza ancora superiore”
Che il piacentino fosse in forma lo si era già capito tra qualificazioni e semifinali: “Nelle batterie ho sfiorato il mio record personale nei 200 farfalla al mattino, con 1’ 58’’ e 99 (il record junior era di 1’ 58’’ e 14). In semifinale ho battuto il record con 1’ 57’’ e 46 prima di arrivare all’ultimo atto”
La finalissima: “Sono salito sul blocco ed ero molto teso, ma sapevo che avevo nelle braccia un bel tempo. Non sono partito benissimo: dopo la fase subacquea non sono stato troppo rapido. Ho affrontato subito il testa a testa con il russo, poi vincitore. Alla prima virata sono passato in testa, per poi essere superato in quella successiva. Ho provato a recuperare negli ultimi 50m, ma era troppo tardi. Comunque una soddisfazione enorme”
Un risultato che lo consacra a livelli internazionali: “Sicuramente ora avrò ancora più pressione – ammette Carini – ma questo è anche un grande stimolo: ho voglia di migliorarmi ancora”