“Saipem non chiude”, ma 5 lavoratori a casa. Molinari: “Dov’è la politica?”

 “La Saipem non andrà via da Cortemaggiore”. Era l’ultima, di una lunga sfilza di rassicurazioni, arrivate dal mondo politico piacentino e non solo, riguardanti il destino dello storico sito magiostrino, sul quale da qualche tempo si parla di chiusura e delocalizzazione all’estero (Romania e Croazia le destinazioni, secondo indiscrezioni). E invece, alla prima scadenza, sono 5 i lavoratori interinali ai quali non verrà rinnovato il contratto, dei 15 rimasti. 

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Un brutto colpo per queste persone che, per mesi, si sono spese in ogni modo per far conoscere la situazione sempre più difficile in cui erano costretti a lavorare. 
La notizia, circolata in questi giorni, è stata confermata dal consigliere regionale del Pd, Gian Luigi Molinari, che ha sentito di richiamare la politica alle proprie responsabilità: “E’ un paradosso all’italiana. Sono in contatto con i lavoratori che hanno cercato di rappresentare con il loro impegno tutti i colleghi e sono stato avvisato di questa circostanza. Siccome avevo letto articoli molto accomodanti, con dichiarazioni sia dei vertici aziendali che di varie forze politiche, ad oggi l’unica certezza è che tra giugno e luglio i primi 5 dipendenti interinali a scadenza saranno lasciati a casa”. Anche per questo Molinari, che si era attivato già in passato per far incontrare i dipendenti Saipem con l’assessore alle Attività produttive, Palma Costi, ha detto di voler “continuare a mantenere i contatti per sapere cosa sta realmente accadendo a Cortemaggiore, e muovere chi di dovere. Bisogna ristabilire i rapporti con l’azienda e cercare di evitare un dissanguamento di forza lavoro che all’interno del sito magiostrino aveva acquisito una professionalità importante”. 

Come detto, sono stati in molti a interessarsi della crisi della Saipem. Come il sottosegretario all’Economia, Paola De Micheli, che aveva puntualizzato più volte: “La Saipem non andrà via da Cortemaggiore”, oppure: “Piacenza rimane per Saipem un punto fisso”. E con lei rappresentanti di altre forze politiche si erano spesi in prima persona. 
Il consigliere regionale della Lega Nord, Matteo Rancan, aveva presentato un’interrogazione a risposta scritta e fatto sapere di aver informato della questione il leader del Carroccio, Matteo Salvini, così come il sindaco Gabriele Girometta, oltre all’amministratore delegato Umberto Vergine (ora sostituito da Stefano Cao), scrisse una lettera direttamente al presidente del consiglio Matteo Renzi
La vicenda, comunque, era già arrivata in Parlamento, grazie a Maria Elena Spadoni del Movimento 5 Stelle, che aveva deciso di presentare un’altra interrogazione, rimasta finora senza risposta. 
Persino il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, a margine di un convegno al quale aveva partecipato a Piacenza, aveva detto: “Seguiamo la questione con attenzione”. Senza contare le assemblee organizzate dai sindacati e delle quali, a parte molte promesse, non sembra essere rimasto nulla. 

Poi il silenzio, fino alla notizia lapidaria del mancato rinnovo a 5, dei 15 lavoratori interinali, della Saimpem. E ora, oltre alla data del primo settembre – che sembrava il termine ultimo per la chiusura dello storico sito magiostrino –  ne circolerebbe un'altra: quella del marzo 2016, come fine del sogno nato proprio a Cortemaggiore da Enrico Mattei.