Manifattura, necessarie 2-3 aree da 2 milioni di metri. Si parte da Podenzano

 Il titolo non deve ingannare. La realizzazione di 2-3 aree industriali di 2-3 milioni di metri quadri sul territorio piacentino è un desiderio, un sogno ancora lontano a venire. Ma il primo passo, forse, si è compiuto oggi, venerdì 19 giugno, con la sottoscrizione della lettera di intenti tra Provincia, Confindustria e, in questo caso, il Comune di Podenzano, per l’avvio ai Casoni di Gariga di una zona attrezzata ben più vasta di quella presente – che si amplierà a step – per arrivare ad avere un’area industriale attrezzata attrattiva per investitori da tutto il mondo (di circa 400mila metri quadrati).

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Il primo fattore di attrattività riguarda il prezzo, decisamente calmierato, dei terreni (agricoli, ai quali verrà cambiata la destinazione d’uso nel caso di Podenzano), posti nei pressi di snodi stradali e ferroviari favorevoli ai quali si aggiungerà un’esperienza e una propensione naturale da sempre del nostro territorio.

Ma partiamo, appunto, dal progetto denominato “Manifattura Piacenza”, sottoscritto in via Garibaldi tra i soggetti interessati, che dovrebbe consentire – dopo tutti i passaggi burocratici e istituzionali del caso – di arrivare ad avere un’area di circa 400mila metri quadri (questi gli standard minimi per essere competitivi), attrezzata e sostenibile dal punto di vista ambientale.

Il presidente della Provincia, Francesco Rolleri: “La nostra conoscenza nella manifattura è invidiata in tutto il mondo. Questo passo è fondamentale per arrivare a poche aree industriali dedicate al settore, che abbiano dimensione attrattiva per investitori stranieri e nazionali”.

Un futuro, per il territorio, che ha ben chiaro il presidente di Confindustria, Emilio Bolzoni: “Il territorio oggi non è attrattivo per gli investimenti stranieri. Rispetto agli altri paesi arrivano la metà degli investimenti. Uno dei problemi è che questo paese non sta facendo politica industriale. I terreni, in primis, devono essere venduti a prezzi competitivi. E poi la dimensione è fondamentale. Basta avere 112 zone industriali in provincia. A Podenzano abbiamo trovato le condizioni adeguate e da lì parte la parte la politica industriale della nostra provincia”. 

Soddisfatto anche il sindaco di Podenzano, Alessandro Piva: “E’ un’opportunità per il territorio per uno sviluppo sostenibile. L’area dei Casoni è idonea a questo progetto. La valenza non è solo per il paese ma anche per la vallata. L’area, nata negli anni ’70, ha bisogno di infrastrutture ma crescerà in base agli investimenti e secondo regole precise dettate dal Comune e studiate sul mondo della manifattura”.

Il futuro, comunque, sembra tracciato. Perché delle 112 aree industriali sparse sul territorio di circa 40mila metri quadri, ormai quasi nessuna è più in linea con gli standard internazionali. E così, durante la presentazione, è emerso che per Piacenza e provincia sarebbe necessario saldare queste realtà, oggi sparse a macchia di leopardo, in 2-3 aree industriali attrezzate di almeno 2 milioni di metri quadri l’una. 

“Manifattura Piacenza” è quindi un primo progetto pilota per lo sviluppo di aree industriali, che da Podenzano possa estendersi successivamente ad altri territori comunali.

“In Francia sono presenti da anni siti internet e forme di accoglienza per la promozione delle aree industriali. A quello dobbiamo arrivare” ha aggiunto il numero uno degli industriali, che ha poi spiegato come “l’operazione è totalmente a costo zero per la collettività, perché a carico delle aziende. A Piacenza il settore manifatturiero occupa l’1.8% del territorio ma produce il 18% del Pil. Chiediamo solo di poter avere più spazi, sempre migliori, per poter dare di più in termini di occupazione e sviluppo”.

Uno sviluppo industriale sul quale gli industriali, così come il sindaco Piva, si sono detti tranquilli anche dal punto di vista ambientale: “Alle associazioni che si battono su questi temi – hanno concluso – possiamo dire che sottrarremo terreno agricolo per dare lavoro ma contenendo gli impatti ambientali, anche grazie alla vigilanza della Provincia”.