Emergenza abitativa, ecco i dati. Cugini: “Nessun euro bloccato in Comune”

 L’emergenza abitativa è un tema delicato e quanto mai complesso. E così, dopo la richiesta di chiarimenti del consigliere comunale Carlo Pallavicini, il quale segnalava che per fare fronte a questa problematica circa 250mila euro fossero ancora bloccati in Comune, è arrivata la puntualizzazione dell’assessore al Nuovo welfare, Stefano Cugini. “La cifra è leggermente inferiore, 200mila euro, e non è bloccata. Si tratta dei residui di tre bandi, del valore totale di quasi 800mila euro, che abbiamo deciso di far uscire in contemporanea (rispetto al passato, in cui venivano proposti scaglionati, ndr) per permettere ai richiedenti di avere più scelta rispetto ai requisiti”. 

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Un residuo, comunque discretamente consistente, dovuto al fatto che i parametri regionali per l’assegnazione sarebbero particolarmente stringenti. “Non è che non ci siano abbastanza richieste, anzi, ma per superare requisiti così vincolanti stiamo studiando la sostenibilità di un metodo di assegnazione attraverso un protocollo ad hoc” ha detto l’assessore. 

Altro aspetto, non secondario, riguarda poi la distinzione tra pubblico e privato. “Tanti appartamenti popolari sono tenuti vuoti dietro la scusa che non ci sono soldi per risistemarli, mentre nel frattempo tante persone perdono la casa e sono sottoposte a sfratto” aveva detto Pallavicini. Ma in realtà, secondo quanto spiegato da Cugini, le cose starebbero diversamente: “Posso parlare per il fronte pubblico della questione. In primo luogo è necessario seguire le norme, che non permettono di assegnare aloggi senza che siano a norma, per cui servono risorse e, in base a quelle, li assegnamo. Poi, come ripeto spesso, è necessaria solidarietà umana ma associata ad equità sociale. Quando nella sfera pubblica si arriva allo sfratto, tutte le altre strade sono già state percorse. Nove volte su dieci, posso assicurare, quando una persona viene allontanata dagli alloggi Erp è stato fatto per un motivo più che valido. Anche perché se sono presenti dei minori, tornano in carico ai servizi sociali, per cui bisogna andarci con i piedi di piombo. Non bisogna dimenticare, inoltre, che nel momento in cui delle persone occupano indebitamente un alloggio ci sono delle altre in lista che non ne possono godere”. 

Insomma, dei 32 sfratti ai quali si sarebbe opposto il consigliere comunale Pallavicini nell’ultimo anno, non tutti riguarderebbero il settore pubblico. “Il privato, purtroppo, non deve rispondere alle istituzioni. Ed è successo che io, in prima persona, mi sia messo a trattare nonostante non fossi tenuto a farlo anche con buoni risultati. Ma i due aspetti non vanno mischiati” ha chiarito Cugini. 
Infatti, nel 2014, gli sfratti certificati negli alloggi pubblici sono stati 21, dei quali 17 da alloggi popolari, 1 da un negozio e 3 da box di competenza di palazzo Mercanti. 

Ma veniamo ai dati, resi disponibili dagli uffici comunali, che riguardano le persone che hanno usufruito dei tre bandi per l’emergenza abitativa. Sono state 27 le domande ammesse su 39 pervenute, con lo stanziamento di 80mila euro di risorse RER, per un contributo medio tra i 2mila e 500 e i 3mila euro. Per quanto riguarda il cosiddetto “fondo di morosità incolpevole”, le domande ammese sono state invece 5 su 7 pervenute, per uno stanziamento di 15mila euro e un contributo medio di 3 mila euro. Per il fondo affitti, infine, le domande ammesse sono state 525 su 760 pervenute, per uno stanziamento di 424mila e 686 euro di risorse regionali e 74mila e 901 euro di risorse comunali, per complessivi 499mila e 333 euro. In questo caso il contributo medio è stato di 951 euro.