Miracolo firmato Africa Mission, salvati 113 bambini dalle strade dell’Uganda

Ancora una volta Africa Mission-Cooperazione e Sviluppo, si è mobilitata per dare accoglienza a 113 bambini di strada che da Kampala la polizia a riportato in Karamoja. Nel giro di poche ore i collaboratori del Movimento piacentino in Uganda si sono attivati e hanno inviato dalla sede di Moroto cibo e beni di prima necessità per accogliere in modo dignitoso i bambini.

Radio Sound

Sono 113 i bambini di strada, “returnees”, accolti nel centro di Kobulin (Karamoja) che erano stati "rastrellati" dalla polizia dalle strade della capitale Kampala e stipati in una specie di riformatorio in attesa di essere riportati nella loro terra di origine, il Karamoja. 66 bambini sono arrivati venerdì scorso dal centro di Masulita Children's Home e 47 sono arrivati sabato dal centro di Kampiringiza.

I bambini sono piuttosto piccoli dai 4 ai 15 anni, ma la maggioranza è tra i 5 e i 10. Poichè il centro accoglienza però non era stato ancora attrezzato per fronteggiare la situazione, il  Ministero preposto (Ministy of Gender Labour and Social Development) ha chiesto ad Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo di intervenire.

“La nostra organizzazione, grazie al progetto di Child Protection, ha risposto immediatamente alla situazione di emergenza provvedendo a offrire a questi bambini una prima accoglienza e cure mediche di base” spiega il direttore di Africa Mission Carlo Ruspantini. “Subito sono stati portati a Kobulin materassi, coperte, taniche da 20 litri, sapone, catini, Kit ricreativi composti da: palloni, fischietto,cappellini e magliettei, freesby, lavagnette con gessetti, palline da giocolieri, pompa per i palloni, quaderni e penne, bandierine per delimitare i campi da gioco”.

Da Venerdì 5 giugno, 6 operatori sociali di AM-CS assistono i bambini giorno e notte, mentre altri 4 si uniscono durante il giorno per organizzare attività educative e ricreative come il disegno, canzoni e danze, insieme ad attività sportive, come il netball e il calcio. Nei giorni successivi all'accoglienza si è proceduto alla registrazione dei bambini per capire il villaggio di provenienza. Tutti i bambini saranno registrati e fotografati per facilitare il processo di ricongiungimento con le famiglie di origine.  I piccoli sono stati tutti visitati da medici e a ognuno di loro è stata assicurata un’assistenza psicologica.

“Il fenomeno dei “returnees” in Uganda coinvolge sempre più minori in tenerissima età – continua Ruspantini – le cause alla base del problema sono molteplici: la fame e le carestie, ma anche il sogno di un guadagno facile e il mito del benessere nella grande città. I bambini finiscono così nella capitale Kampala a raccogliere elemosine, piccoli oggetti o più semplicemente fagioli e farina, per contribuire alla misera vita delle loro famiglie rimaste in Karamoja”.

Da diversi anni lottiamo contro questo fenomeno, sia dal lato della prevenzione, cercando di aiutare le famiglie Karimojong a migliorare la qualità della vita (con iniziative dirette a migliorare la capacità delle famiglie di produrre reddito, la perforazione di pozzi per acqua pulita, iniziative socio educative tendenti a far nascere una maggiore consapevolezza da parte degli adulti dei diritti dei bambini), sia cercando di rendere il rientro forzato dei bambini in Karamoja il meno traumatico possibile, e aiutandoli poi a trovare altre soluzioni di vita, rispetto a quella di ritornare a mendicare lungo le strade della capitale”.

Chi volesse dare una mano ad Africa Mission ad offrire la speranza di un futuro migliore a questi bambini può rivolgersi al numero 0523.499424 o scrivere a africamission@coopsviluppo.org”.