C'è un'indagine della magistratura e bisogna attenderne l'esito ufficiale. E questo è un fatto. Ce n'è un altro, però, e riguarda l'altissimo e indiscusso valore sociale che l'hospice la Casa di Iris riveste a Piacenza. Una struttura d'eccellenza riconosciuta come tale a tutti i livelli, da quelli istituzionali sino ai più popolari; chiunque abbia avuto a che fare, suo malgrado, con la struttura in questione (che ospita malati terminali) ha potuto sperimentare l'adeguatezza dei luoghi e delle cure e soprattutto lo spessore umano e la professionalità del personale che alla Casa di Iris opera da anni. L'indagine della magistratura di Piacenza, avviata "per dovere d'ufficio", riguarda il presunto nesso di causalità tra la morte di tre ospiti e il malfunzionamento del sistema di aria condizionata che si è verificato giovedì. Un malfunzionamento che in effetti c'è stato – ci conferma Giancarlo Anghinolfi di Proges, che gestisce la Casa – ma che è durato solo poche ore: venerdì mattina era tutto a posto. Difficile immaginare che un guasto di poche ore ai condizionatori possa aver provocato una strage, ma i pm hanno fatto partire un'indagine che ora, come prima conseguenza, ha lo stop alle procedure per la sepoltura delle tre persone purtroppo decedute. "Un disagio enorme che piomba addosso a famiglie già provate dalla perdita dei loro cari" fa notare il sindaco di Piacenza Paolo Dosi, tanto stupito dall'avvio di questa indagine da sembrare quasi indispettito: con tutte le magagne che ci sono in giro – sembra chiedersi – come si fa ad accanirsi contro la La Casa di Iris e cioè contro un luogo dove si fa il possibile per rendere il meno dolorosa possibile l'ultima parte della vita di persone malate? E' la domanda che viene spontanea un po' a chiunque, in effetti. Ma, si sa, l'azione penale è obbligatoria e di conseguenza i magistrati non avevano altra scelta se non far scattare l'indagine benché la cosiddetta "notizia criminis" arrivasse da un esposto anonimo. Davvero strano. In ogni caso ci sono di mezzo tre morti e non si può non approfondire. Ora gli accertamenti tecnici stabiliranno se il guasto al condizionatore dell'hospice possa aver causato un innalzamento tale della temperatura da risultare fatale per tre persone, oppure se, al contrario, non possa esservi nessun nesso.
In calce all'articolo, le interviste audio al sindaco di Piacenza Paolo Dosi e a Giancarlo Anghinolfi di Proges per il Consorzio Iris. E sempre da Anghinolfi abbiamo ricevuto una nota stampa che pubblichiamo integralmente.
Il sequestro delle salme di alcuni pazienti dell'Hospice "La Casa di Iris" disposto sabato 6 giugno dalla magistratura in seguito ad una segnalazione anonima relativa al malfunzionamento dell'impianto di condizionamento, ha profondamente turbato e addolorato il personale della struttura. Siamo certi che la magistratura farà celermente chiarezza sull'accaduto. Nondimeno riteniamo prioritario esprimere la nostra vicinanza alle famiglie che, già colpite dal lutto al termine di un delicato percorso di degenza, si trovano a dover affrontare ulteriore disagio e sconcerto.
Riteniamo allo stesso modo doveroso esprimere solidarietà agli operatori della Casa di Iris, che da anni adempiono non solo con massima professionalità ma anche con grande sensibilità e dedizione il loro difficile lavoro di sostegno nei riguardi delle tantissime persone qui ricoverate in frangenti estremi e molto spesso fatali della vita. La stima che tutta la città, le istituzioni, le associazioni e i famigliari a più riprese hanno loro dimostrato negli anni, valga per affrontare serenamente questo passaggio che forse, ci permettiamo di osservare, avrebbe richiesto una diversa discrezione. Valuteremo in ogni modo se e quali azioni intraprendere a tutela della reputazione della Casa di Iris che qualcuno oggi cerca anonimamente e con deboli pretestuosità di minare.
Per il Consiglio di Amministrazione del Consorzio Iris
Giancarlo Anghinolfi