Dopo l’iniziativa Musei Aperti nel giorno della festa della Repubblica è tempo di bilanci ma anche di riflessioni sullo stato di salute dei musei piacentini. Partiamo dai dati: il 2 giugno i musei civici di Palazzo Farnese hanno fatto registrare oltre 360 visitatori con un incremento di 210 visite rispetto allo stesso giorno dello scorso anno. Trend positivo anche per il museo di Storia Naturale di via Scalabrini con 128 visitatori a fronte dei 10 dello scorso anno, mentre la galleria Ricci Oddi – il cui ingresso il 2 giugno era a pagamento, a differenza dei primi due casi – si è attestata sulle 20 presenze (stesso dato lo scorso anno).
Difficile però – come spiegano i diretti interessati – imputare la crescita di visitatori all’effetto Expo, ossia ad un maggiore afflusso di turisti in città vista la vicinanza con Milano. “La maggior parte dei nostri visitatori sono stati piacentini – spiega Antonella Gigli, direttrice dei musei civici di Palazzo Farnese – con una percentuale attorno al 65% ed è impossibile sapere se i restanti si trovassero in città per Expo o per altri motivi”. Più netto nel giudizio Carlo Francou, coordinatore scientifico del museo di Storia Naturale che giustifica l’aumento di visite con l’organizzazione della mostra “I giganti dell’era glaciale” e di altre attività collaterali per i più piccoli. “Non si può parlare di effetto Expo per quanto riguarda il nostro museo, ma mi auguro che un effetto positivo possa esserci per quanto riguarda le strutture di primo piano come Palazzo Farnese e il collegio Alberoni che credo abbia fatto bene a tenersi l’Ecce Homo, una sicura attrattiva per i turisti che transitano dalle nostre parti”.
Prematuro parlare di “effetto Expo” per la direttrice della galleria Ricci Oddi Maria Grazia Cacopardi che così commenta: “Il nostro bilancio in termini di visite è in linea con le aspettative anche considerando il fatto che l’ingresso in galleria non era gratuito. Tutti i nostri visitatori il 2 giugno erano piacentini, ma in generale possiamo però notare che mentre nei giorni festivi la maggioranza dei visitatori è piacentina, nei feriali aumentano i forestieri e gli stranieri con un buon numero di provenienze da Inghilterra, Germania, Spagna e Francia”.
C’è spazio anche per una riflessione sulla strategia di razionalizzazione dei costi e di aumento delle tariffe annunciata dall’assessore Luigi Gazzola che, conti alla mano, ha individuato in 712mila euro annui il costo dei musei civici di Piacenza a fronte dei soli 29mila euro di ricavi, bastanti a corpire solo il 3,8% delle spese sostenute dal Comune.
“Sicuramente anche le nostre entrate non sono adeguate a coprire le spese – ha ammesso la Cacopardi – tant’è che già da qualche anno le nostre attività didattiche con gli studenti sono a pagamento. Nel 2014 sono in effetti aumentati i visitatori, ma diminuiscono le entrate a causa dell’organizzazione di eventi e attivtià collaterali gratuite per il pubblico”.
Sul punto in questione è intervenuto anche Francou che ha dichiarato: “L’offerta piacentina è una buona offerta; Palazzo Farnese, Ricci Oddi e Collegio Alberoni fanno cose egregie. E anche noi cerchiamo di contribuire nel nostro piccolo. Chiaro che non si possono fare discorsi di bilancio nudi e crudi, perchè significherebbe banalizzare la cultura. Sarebbe un pò come aspettarsi che la sanità rendesse. In Italia gli unici musei in attivo sono quelli Vaticani e questo la dice lunga. Ci vuole la salute del corpo, ma anche quella dello spirito e quest’ultima la garantisce la cultura, ancor di più in un paese come l’Italia dove il turismo è volano. Le strutture museali hanno una ricaduta economica che va ben oltre il biglietto che si stacca. Ci sono realtà di bilanci negativi che però portano positività sotto altri aspetti”.