Sulle bici contromano il Comune non torna indietro, semplicemente si attrezza per adeguarsi compiutamente alla normativa. Un dibattito che dura da oltre dieci anni, cioè da quando l'allora sindaco Roberto Reggi aveva fatto di Piacenza la prima città italiana ad avvantaggiare in modo concreto i ciclisti rispetto agli automobilisti nei centri storici. Un'ordinanza – molto discussa, a dire il vero – aveva di fatto permesso agli amanti delle due ruote di poter circolare controsenso in quelle vie della Ztl dove vigesse il limite ai 30 orari. Controsenso e non contromano, benché questo secondo termine venga a tutt'oggi usato più spesso. E a precisarlo è Angelo Nani di Fiab Amo la Bici: contromano è quando si può pedalare anche sulla sinistra rispetto al senso di marcia; controsenso è invece quando il ciclista, pur rispettando la sua mano e cioè pedalando sulla destra, viaggia in una strada che prevede il senso unico contrario per gli automobilisti. Il dibattito è tornato in voga negli ultimi giorni dopo che un giudice del Tribunale di Piacenza, Adele Savastano, non ha accolto un particolare ricorso del Comune rappresentato dall'avvocato Elena Vezzulli. Il caso sta facendo scuola ed è ora alla base del cambiamento di rotta, o meglio, dell'adeguamento da parte dell'Amministrazione comunale. Un ciclista che pedalando controsenso in pieno centro, tra via Romagnosi e via Carducci. è stato urtato da un'auto il cui conducente è stato multato. Accadeva due anni fa e l'avvocato dell'automobilista, Giovanna Casalini, nell'opporsi alla multa aveva fatto riferimento, tra i vari argomenti, al fatto che la bici viaggiava controsenso. Il giudice di pace aveva dato ragione al legale annullando la multa ed è questo punto che il Comune, per tramite del suo avvocato, ha fatto ricorso. "Volevamo un punto fermo da parte di un giudice per tentare di avere le idee più chiare in un settore la cui normativa è incerta" commenta a Piacenza24 l'assessore alla viabilità Giorgio Cisini. La normativa, a dire il vero, non è incerta nel senso che il Codice della strada, che è legge dello Stato, prevale su una qualsiasi ordinanza sindacale, che ha semmai valore sull'eventuale erogazione di multe da parte della Polizia municipale (i ciclisti controsenso a Piacenza non vengono multati, altrove sì). Ma il punto è un altro, e lo precisa sempre lo stesso assessore: il giudice non ha negato la validità del principio che sta alla base dell'ordinanza di Reggi poi confermata dalle amministrazioni successive (Reggi 2 e ora Dosi); ha semplicemente posto dei vincoli. E, nel caso di specie, i vincoli riguardano le caratteristiche delle strade (devono essere più larghe di 4 metri e 25) e la segnaletica posta lungo il percorso; in buona sostanza gli automobilisti devono essere messi a conoscenza in modo chiaro,evidente e non equivoco che su quella determinata strada a senso unico potrebbero trovarsi di fronte un ciclista che viaggia in senso opposto. E questa considerazione, visto che si parla di senso, sembra in effetti di buon senso. Così la pensa il Comune che ha immediatamente avviato le procedure per adeguare la segnaletica partendo dal tratto più problematico e cioè quello di via Taverna che va da piazza Borgo all'incrocio con via San Bartolomeo. Da ora le bici, su questo tratto, non potranno più circolare controsenso. Almeno finché non ci saranno i nuovi cartelli stradali.
Una sentenza importante che segna un punto fermo in un dibattito annoso e che da sempre scalda gli animi. "Siamo d'accordo con quello che ha deciso il giudice" commenta subito anche Angelo Nani della Fiab, associazione che dalle prime ore ha sostenuto la positività dell'ordinanza di Reggi; non tanto perché spingesse i ciclisti a trasgredire le regole, quanto piuttosto perché abituava (e abitua) gli automobilisti ad avere un occhio di riguardo e un livello più alto di attenzione in certe zone della città, peraltro molto limitate (la ztl con il divieto a superare i 30 chilometri all'ora). "L'importante è che non sia passato un principio che ci avrebbe portato indietro rispetto alle conquiste fatte e rispetto al resto d'Europa".