"E se la Mafia bussasse alla tua porta?". Questo il tema dell'incontro tenutosi questa mattina, sabato 30 maggio, durante il quale gli studenti della 3^ A dell'Istituto Tramello si sono confrontati con Mattia Motta, Segretario della Federazione Stampa Italiana, e Beatrice Fonti, Coordinatrice della Commissione contrasto alle mafie e alla corruzione, riguardo le infiltrazioni mafiose al Nord.
"Non volevamo che fosse solo un progetto di cultura mafiosa, ma un progetto concreto e spiegato con parole semplici perchè tra pochi anni i ragazzi si troveranno a lavorare in un ambiente, quello dell'edilizia, dove le infiltrazioni mafiose sono molto frequenti", ha spiegato Antonella Liotti, coordinatrice di Libera a Piacenza.
Fondamentali sono state soprattutto le parole di Beatrice, che deve affrontare la Mafia quotidianamente: il cognato, infatti, è stato ucciso dalla Mafia nel 1989 e suo nipote, il giornalista Giovanni Tizian, è costretto a vivere sotto scorta.
"Vivere in una famiglia che è stata colpita dalla Mafia significa sentire l'esigenza di mettere il proprio vissuto a disposizione degli altri per far crescere una coscienza collettiva", ha in particolare detto ai microfoni di Radio Sond95.
Durante l'incontro, gli studenti hanno dimostrato grande curiosità e interesse nei confronti dell'argomento e soprattutto delle parole di Mattia e Beatrice. "E' stato qualcosa di inaspettato perchè sapevamo che erano dei professionisti che sanno il fatto loro, ma mi ha colpito la loro capacità nell'esporre un problema come quello della Mafia a dei ragazzi, quindi un pubblico molto giovane che fa fatica a stare concentrato. Però le loro parole sono state molto utili" , ha infatti detto Joshua, che presentava l'incontro.
Alle numerose domande degli studenti riguardo la presenza e l'influenza delle Mafie al Nord, Mattia Motta, in particolare, ha risposto: "Le organizzazioni sono molteplici, ma tutte seguono una scia, quella del denaro. La mafia gestisce infatti circa 114 miliardi di euro l'anno, più o meno il 10% del PIL italiano. Si tratta quindi di un fenomeno globale che segue il flusso del denaro, anche se al Nord si è più che altro sviluppata come società per azioni che offre servizi a prezzi concorrenziali"
"E' semplice combattere le mafie – ha concluso Beatrice – perchè se ognuno fa il proprio dovere, fa la sua parte è difficile che passino. Anche dalle cose più stupide, come richiedere uno scontrino".
E le sue parole sembrano proprio aver colpito nel segno: "Prima di iniziare questo progetto per Libera, sentivamo la Mafia come qualcosa del Sud, che non riguarda noi. Ma ora abbiamo capito che è molto più vicina a noi di quanto si potesse pensare e ciò ci ha allo stesso tempo colpito e spaventato, perchè è dietro l'angolo e non ce ne rendevamo conto", ha infatti detto ai nostri microfoni Jessica, una delle studentesse che ha partecipato al progetto.