Un’assemblea partecipatissima questa mattina alla Camera del Lavoro, dove diversi pensionati si sono riuniti per fare chiarezza sul nuovo decreto del Governo in materia di pensioni, dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato una norma della Legge Fornero riguardante la mancata indicizzazione all’inflazione. A ballare sono qualcosa come 17 miliardi di euro che il governo, vista la mancanza di disponibilità nelle casse dello Stato, propone di rimborsare solo parzialmente, escludendo dai giochi chi percepisce più di sei volte la pensione minima. “C’é una comunicazione che tende a colpevolizzare i pensionati – ha dichiarato Luigino Baldini, segretario generale dello Spi CGIL durante la relazione. E ci si inizia a convincere che avere mille euro e’ meglio di niente perché le condizioni di contesto sono cambiate. Beh la verità e’ che dobbiamo iniziare ad arrabbiarci. Il governo vuole disattendere una sentenza della Corte non restituendo quanto dovuto e per giustificarsi ricorre alla fandonia della staffetta generazionale. Ma se si continua ad aumentare l’età pensionabile e’ inutile che ci si lamenti della disoccupazione giovanile. Non sentiamoci in colpa, noi non siamo la banda Bassotti, ma il vero welfare di questo paese“. E sul decreto del governo aggiunge: “Non si può sopportare che qualcuno parli di bonus quando in realtà sono soldi dovuti. Siamo stufi di essere presi in giro. Chi e’ andato in pensione con il retributivo ha certamente avuto vantaggi, ma quel sistema era stato il frutto di battaglie sindacali per aiutare i lavoratori stagionali e discontinui, che versavano perciò meno contributi. Non è più tempo di rassegnazione, non lasciamoci dividere. E’ necessario cambiare passo”. Riflessione condivisa dal segretario della Camera del Lavoro Gianluca Zilocchi che insiste sulle implicazioni politiche della sentenza della Corte: “Noi abbiamo sempre sostenuto che la crisi venisse pagata con i soldi dei pensionati e dei dipendenti e quando la Corte dice che questo e’ illegittimo, significa che la Cgil aveva ragione. Purtroppo. Abbiamo bisogno di invertire questa tendenza, prima di tutto culturale, che fa sentire i pensionati in colpa e prepararci alla battaglia”. Pensionati che, dal canto loro, si ritrovano però divisi sulle strategie da intraprendere. C’è chi prende parola e suggerisce di intraprendere la strada del ricorso collettivo piuttosto che la battaglia sindacale, chi invece vuole tenere salda la distinzione tra chi e’ andato in pensione con il sistema retributivo e chi invece vive dei contributi versati in passato e chi infine non considera un’ingiustizia il mancato rimborso per le pensioni d’oro. Ma su un punto tutti sono concordi: non si tratta di togliere soldi ad altre categorie, si tratta di lottare per un diritto, un diritto che permette anche a figli e nipoti di sopravvivere alla crisi.