La Basilica di Santa Maria di Campagna offre una collezione di affreschi dal valore inestimabile. Le dimensioni della chiesa però non permettono ai visitatori di apprezzare nella totalità enel dettaglio tutte le opere: basti pensare all'apparato artistico presente nel tamburo, la parte interna della cupola. Per questo motivo il Comune di Piacenza, proprietario della chiesa, con la collaborazione della Banca di Piacenza, ha pensato di ricorrere alla tecnologia per rendere maggiormente ammirabile le opere che vanno a impreziosire proprio il tamburo. Si tratta di un sistema informatico che propone una ricostruzione virtuale della sezione della chiesa in questione. Una ricostruzione in cui sono presenti fotografie ad altissima risoluzione di tutti gli affreschi: grazie al sistema touch screen l'utente ha la possibilità di muoversi lungo tutto il tamburo, ingrandire le opere d'arte fino ai dettagli più minuziosi e accedere a schede didattiche inerenti le opere, i personaggi rappresentati e l'autore, ovvero Giovanni Antonio De Sacchis, detto Il Pordenone, artista nato nel 1484 che si dedicò ad affrescare Santa Maria di Campagna intorno al 1530.
A illustrare l’iniziativa sono intervenuti il sindaco Paolo Dosi, il presidente della Banca di Piacenza Luciano Gobbi, l’assessore ai Lavori Pubblici Giorgio Cisini, il superiore dei Frati minori di Santa Maria di Campagna padre Secondo Ballati, la direttrice dei Musei Civici Antonella Gigli e, ovviamente, Marco Stucchi, esperto nella digitalizzazione dei beni culturali e autore del video.
"Per noi è un onore aver contribuito alla realizzazione di questo progetto – commenta il presidente della Banca di Piacenza Gobbi – da sempre siamo vicini al territorio e offrire questa opportunità ai piacentini ci rende orgogliosi".
"Abbiamo voluto valorizzare in questo modo una delle chiese più importanti del territorio dal punto di vista culturale – spiega il sindaco Dosi – e facilitare i piacentini nell'apprezzamento di questo inestimabile patrimonio artistico".
"Ho voluto realizzare un progetto di facile utilizzo – spiega Stucchi – un sistema che chiunque può utilizzare comodamente e senza difficoltà. E' stato un lavoro molto complesso anche perché il tamburo, già altissimo di per sé, presenta alla sua sommità la lanterna, ancora più nascosta e difficilmente raggiungibile. I complimenti vanno rivolti non tanto a me quanto all'amministrazione comunale e alla Banca di Piacenza, perché questi sono progetti importanti e ambiziosi che dimostrano reale attaccamento alla comunità".
"Teniamo presente che un tempo le raffigurazioni venivano utilizzate per rendere comprensibili i testi sacri a chi non sapeva leggere – spiega padre Ballati – e lo stesso Pordenone era artista ma anche teologo. Questo strumento tecnologico diventa così non solo un modo per apprezzare l'arte, ma anche un valido supporto di conoscenza culturale e religiosa".
Lo schermo, collocato di fianco all'ingresso principale all'inizio della navata di sinistra, sarà utilizzabile ogni volta che la chiesa sarà aperta, chiunque potrà utilizzarlo liberamente e gratuitamente.