Cementificio Buzzi Unicem e Carbonext. “Subito uno studio tecnico che chiarisca una volta per tutte rischi per la salute e impatto ambientale”. Lo chiede Coldiretti stanca di assistere a prese di posizione politiche sull’argomento e di notare la preoccupazione sui volti dei cittadini dell’alta Valdarda.
“Ci auguriamo che vengano approfondite, con uno studio specifico all’interno della VIA, le ricadute dell’uso di Carbonext su suolo e produzioni ma anche sulla salute umana.” Così Adriano Fortinelli, segretario di zona di Lugagnano, ha aperto il partecipato incontro con la base associativa svoltosi nei giorni scorsi negli uffici di Coldiretti con il fine di raccogliere le preoccupazioni del territorio riguardo la possibilità che il cementificio sostituisca parte del combustibile fossile tradizionalmente utilizzato con il Carbonext, un combustibile solido secondario derivato da rifiuti urbani”.
“Dall’incontro, ha commentato poi Franco Fittavolini, segretario di zona, sono emerse, tra i residenti e le aziende agricole insediate in questo territorio, apprensioni riguardo le inevitabili conseguenze che il progetto del cementificio comporta. Facciamo nostre tali preoccupazioni per salvaguardare la salute umana e ambientale e le tipicità della zona fortemente orientata alla produzione biologica”.
Sono infatti una cinquantina le aziende bio insediate nei comuni di Vernasca, Lugagnano, Morfasso e Castell’Arquato. Tra queste, dal Database dell’Elenco Regionale degli operatori biologici, sono segnalate 18 attività di allevamento, tra bovini, suini, equini, caprini ed api ed oltre 33 attività di coltivazione di vegetali, come ortofrutta ma anche seminativi. Una produzione variegata e di qualità nel rispetto del regolamento CE 834/2007 che comporta il divieto di utilizzo di sostanze normalmente impiegate in altri metodi di produzione.
Numerosi in queste zone sono inoltre gli agriturismi, alcuni dei quali hanno inserito l’attività di Fattoria Didattica per bambini; si tratta di aziende che sul paesaggio e sul contatto con la natura incontaminata fondano la propria attività rispondendo alle esigenze dei consumatori che si recano in questi luoghi alla ricerca di pace e benessere.
“Monitoreremo l’iter procedurale, ha concluso Fortinelli, per evitare che la vicenda si ripercuota su tutta la vallata. Chiediamo a tutti di compiere lo stesso atto di responsabilità nei confronti del tessuto sociale ed economico che vive sul territorio e del territorio puntando sulla sicurezza alimentare, con produzioni certificate e di alta qualità”.